(Rinnovabili.it) – Un eco cemento ottenuto da pneumatici fuori uso e altri materiali di riciclo potrebbe risolvere il problema di una delle industrie più altamente energivore: quella delle costruzioni.
Si è concluso di recente il progetto europeo SUS-CON (SUStainable, innovative and energy-efficient CONcrete, based on the integration of all-waste materials), coordinato dal consorzio CETMA di Brindisi, che ha portato alla creazione di questo calcestruzzo sostenibile, che usa per il 100% materie prime seconde come leganti e come aggregati
«Si trattava di un progetto co-finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del 7° Programma Quadro in uno dei bandi specifici per l’EEB (Energy Efficient Buildings) – spiega il consorzio in una nota – che mira a sviluppare tecnologie innovative per valorizzare ed integrare le materie prime seconde nel ciclo di produzione del calcestruzzo alleggerito. L’obiettivo è creare un prodotto realizzato al 100% con materiali da riciclo e caratterizzato da elevati valori di isolamento termico e quindi in grado di contribuire all’efficienza energetica degli edifici».
Iniziato nel 2012, ha impiegato 4 anni di attività di ricerca e sviluppo, coinvolto 16 partner (fra centri di ricerca, università e imprese) e 10 Paesi (Italia, Grecia, Olanda, Spagna, Turchia, Portogallo, Germania, Taiwan, Romania e Gran Bretagna).
Il risultato è la capacità di sviluppare componenti per l’edilizia ad alte prestazioni (in termini di efficienza energetica) come i blocchi e pannelli a taglio termico a basso impatto ambientale.
Agli pneumatici fuori uso, il cui servizio positivo per l’ambiente e la tecnologia è già noto nel settore degli asfalti e dell’isolamento acustico, sono stati aggiunte plastiche miste provenienti dalla selezione dei rifiuti urbani, schiume di poliuretano recuperate dai frigoriferi e plastiche provenienti dai RAEE.
«Il prossimo passo riguarderà il trasferimento dei risultati dal mondo della ricerca a quello della produzione industriale – fa sapere il CETMA – Questo è un tema assai cogente, tanto che la Commissione Europea sta mettendo in atto tutte le strategie possibili per facilitare questo passaggio e incrementare l’impatto dei progetti di ricerca sul sistema economico europeo».