L’Università di Huazhong, in Cina, testa il recupero del litio dalle batterie a temperatura ambiente
(Rinnovabili.it) – Una nuova strategia per il recupero del litio dalle batterie esauste emerge dai laboratori cinesi. Il team di ricerca dell’Università di Scienza e Tecnologia di Huazhong, che l’ha scoperta, ha pubblicato i risultati del suo studio su Science Bulletin.
Utilizzando una soluzione di estrazione composta da reagenti idrocarburici policiclici aromatici e solventi eterei, il gruppo ha sviluppato un processo di lisciviazione chimica ad alta efficienza perché comporta bassi consumi energetici.
Il tradizionale metodo idrometallurgico per riciclare i metalli dai materiali catodici delle batterie agli ioni di litio esauriti prevede processi complessi come la lisciviazione, la precipitazione, la separazione e la purificazione dei metalli. L’approccio proposto dall’istituto cinese, invece, prevede l’estrazione chimica diretta del litio attivo dagli anodi di litio-grafite a temperatura ambiente.
Una soluzione più circolare ed economica per il riciclo delle batterie
Attraverso un’analisi dei reagenti, i ricercatori hanno identificato il composto ottimale, ottimizzando i parametri del solvente e del processo per massimizzare il recupero del litio attivo. Il litio recuperato è stato impiegato con successo nella preparazione di materiali a base di litio-ferro-fosfato ad alte prestazioni, confermando la validità della strategia.
L’efficacia della soluzione di estrazione è stata evidenziata dalla sua capacità di operare in un sistema a circuito chiuso, riducendo al minimo l’inquinamento ambientale e consentendo il riciclo dei reagenti. Inoltre, il processo offre vantaggi economici rispetto ad altre tecniche di riciclo, aprendo una finestra sullo sviluppo più sostenibile delle batterie agli ioni di litio.
Sistemi efficienti ed economici per riciclare le batterie al litio sono sempre più urgenti. Secondo stime del Fraunhofer Institute, infatti, le vendite di questi prodotti nel 2023 hanno superato per la prima volta la soglia di 1 TWh. La domanda però è destinata triplicare nel 2030, superando i 3 TWh. Ciò significa che le infrastrutture e le tecnologie per gestire il fine vita devono diventare una priorità per governi e imprese.