Da Cittadinanzattiva e l’app Junker un’indagine su quanto gli italiani conoscono dei meccanismi di gestione dei rifiuti tessili, degli oli esausti e i RAEE. Cittadinanza ben informata, criticità circa i punti di raccolta
(Rinnovabili.it) – Qual è la conoscenza degli italiani sul riciclo dei rifiuti tessili? Quanti cittadini sanno dove si butta l’olio esausto? Come conferiscono i RAEE? Questi i temi al centro del sondaggio promosso dall’app Junker e Cittadinanzattiva.
I risultati fanno ben sperare: 8 cittadini su 10 conoscono l’iter per il conferimento dei RAEE e degli oli esausti. Segnalata attenzione nel riciclo dei tessili, seppur con qualche incertezza.
“Il corretto conferimento di rifiuti strategici come RAEE, oli e tessile necessita di un buon livello di informazione a disposizione dei cittadini, e di una buona organizzazione del servizio di raccolta e gestione di queste tipologie di rifiuti. Per agire efficacemente su entrambi i fronti” ha spiegato Tiziana Toto, responsabile delle politiche dei consumatori di Cittadinanzattiva “è fondamentale il protagonismo del cittadino-consumatore, che può adottare comportamenti di acquisto, consumo e post-consumo responsabili e orientati alla riduzione dei rifiuti e può allo stesso tempo partecipare in prima persona, nell’ambito delle proprie amministrazioni locali, ai processi per la programmazione, organizzazione, monitoraggio e valutazione del servizio di gestione dei rifiuti. Una adeguata organizzazione del servizio di raccolta e gestione dei rifiuti e comportamenti di consumo e di conferimento responsabili fanno bene all’ambiente ma anche alle tasche dei consumatori. L’esempio della città di Catania – prima in classifica sia per la tariffa più cara che per la minor percentuale di raccolta differenziata (come emerge dal nostro dossier rifiuti 2022) – dimostra come un servizio non adeguato di raccolta differenziata fa crescere i costi di sistema e di conseguenza le tariffe della TARI”.
Il sondaggio Junker Cittadinanzattiva
Gli italiani e le italiane sanno come gestire i rifiuti più complessi come oli esausti, RAEE e tessili, anche se denunciano informazioni poco chiare o un numero insufficiente di siti di conferimento. Questi i risultati del sondaggio Junker-Cittadinanzattiva, alla sua seconda edizione annuale, che ha interrogato gli utenti nel corso del mese di ottobre. L’indagine rientra nel progetto “Re-USER: usa meglio consuma meno”, un progetto finanziato lo scorso anno dall’allora Ministero dello Sviluppo Economico con la legge 388, per migliorare i servizi offerti alla cittadinanza.
Il sondaggio ha visto la partecipazione di 18.500 utenti, quasi un record per Junker app, che in gran parte hanno mostrato una corretta conoscenza sulla gestione dei rifiuti in questione.
“Questa – ha commentato Noemi De Santis, responsabile comunicazione di Junker app – è una buona notizia per i Comuni e i Gestori, perché cittadini attenti e informati significano una raccolta differenziata più pulita e, dunque, più remunerativa dal punto di vista dei contributi dei Consorzi. Tuttavia dal nostro sondaggio sono anche emerse alcune criticità, sulle quali sarebbe urgente intervenire: la mancata capillarità dei punti di conferimento degli oli esausti e dei rifiuti tessili e la scarsa conoscenza delle modalitàà di conferimento dei RAEE ‘uno contro uno’ e ‘uno contro zero’”.
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Rifiuti tessili, oli esausti e RAEE, quanto ne sanno gli italiani?
Dal 1 gennaio 2022 è diventata obbligatoria per tutti i Comuni la raccolta differenziata dei rifiuti tessili: il 68% degli intervistati sa già quali sono le modalità di conferimento anche se 1 su 3 ha dichiarato di non essere in grado di valutare quanti siti di conferimento esistono, come funzionano e quanto sono accessibili al pubblico. Per il 18% riciclare rifiuti tessili è molto facile, per il 33% lo è solo sufficientemente, mentre per il 16% dei partecipanti all’indagine ci sono delle difficoltà.
Un po’ meglio per quanto riguarda il riciclo dei RAEE, che il 77% ha affermato di saper riciclare. 8 intervistati su 10 hanno infatti dichiarato di conoscere la collocazione dei siti di raccolta, anche se soltanto il 14% conosce le modalità “uno contro uno” e “uno contro zero”, per le quali per legge i negozi di elettronica devono ritirare i RAEE dei consumatori che acquistino nuovi elettrodomestici o quelli di piccole dimensioni, anche non a fronte di un nuovo acquisto.
Solo il 52% degli intervistati ha conferito un RAEE nel meccanismo “uno contro uno”, mentre appena il 36% con “uno contro zero”. Infine il sondaggio ha riportato che da parte degli utenti c’è la percezione di un peggioramento della facilità con cui smaltire gli apparecchi elettrici ed elettronici: nel 2021 il 68% riteneva i meccanismi ottimi, mentre quest’anno la percentuale è scesa al 57%.
Buone le percentuali di utenti in grado di smaltire gli oli esausti, il rifiuto più ambientalmente pericoloso dei tre oggetto dell’indagine: l’84% ha dichiarato di essere in grado di smaltirli e che è indispensabile per non creare danni alla falda acquifera, anche se nel 2021 il 67% degli intervistati aveva chiaro tutto l’iter, mentre nel sondaggio di quest’anno solo il 56%. Al centro delle incertezze, il numero ridotto di impianti di raccolta e una distribuzione eterogenea sul territorio nazionale. Su questo non esiste una mappatura esaustiva ma dal dossier elaborato da Junker ed economiacircolare.com risultano censiti 1.500 punti di raccolta, 1 ogni 39.000 abitanti.