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Non c’è altro tempo da perdere per dimezzare la domanda di plastica

Per restare in linea con gli obiettivi di sostenibilità ONU bisogna tagliare la domanda di plastica del 50%, secondo una nuova ricerca

domanda di plastica
Foto di Volodymyr Hryshchenko su Unsplash

Ridurre la domanda di plastica è una delle 4 azioni chiave da implementare rapidamente

(Rinnovabili.it) – Ridurre la domanda di plastica nel mondo rimane una delle azioni chiave intorno a cui può ruotare un’economia circolare del settore. Lo dicono senza mezzi termini, in un articolo pubblicato su Nature, i ricercatori del Programma Oxford Martin sul futuro delle plastica dell’Università di Oxford. Il team propone anche ambiziosi obiettivi per raggiungere un’economia della plastica a zero emissioni nette

Attualmente, il sistema genera oltre 1 gigatonnellata l’anno di gas serra, pari a quelli delle tre maggiori economie europee messe insieme. Se non controllate, queste emissioni potrebbero aumentare ancora.

Ripensare i nostri paradigmi per sbloccare le potenzialità dell’economia circolare

Ma come? Il riciclo efficace rimane una sfida, visto che appena il 9% dei rifiuti globali affronta questo processo. La maggior parte finisce nelle discariche, viene incenerita o gestita in modo errato. Gli autori sottolineano quindi la necessità di rivalutare i paradigmi tecnici, economici e politici radicati nello status quo e propongono interventi fino al 2050 per far transitare il sistema plastico verso le zero emissioni nette.

Vengono delineati quattro obiettivi chiave:

  1. Ridurre la domanda futura di plastica del 50%, sostituendo ed eliminando un uso eccessivo di plastica.
  2. Cambiare il modo in cui le plastiche sono prodotte, sostituendo i combustibili fossili come fonte di idrocarburi con materiali grezzi rinnovabili, inclusi biomasse e anidride carbonica.
  3. Massimizzare il riciclo, puntando al 95% per le plastiche recuperabili.
  4. Integrare la produzione e il riciclo delle plastiche con l’energia rinnovabile, minimizzando gli impatti ambientali.

Gli autori sottolineano la necessità di azioni coordinate in tutte queste aree per frenare gli impatti climatici e raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU. Vengono proposti principi per la progettazione intelligente dei materiali, che favoriscano la differenziazione tra plastiche recuperabili e non, oltre a uno scadenzario che guidi nell’implementazione delle misure.

Sulla carta sarebbe un sogno. Ma verrà mai tradotto in gesti concreti?