Rinnovabili • degradazione della plastica Rinnovabili • degradazione della plastica

Degradazione della Plastica: la tarma della cera impiega solo 24 ore

La saliva delle tarme della cera è in grado di operare la degradazione delle plastica a temperatura ambiente e in meno di un giorno

degradazione della plastica
Via depositphotos.com

Un team spagnolo ha scoperto le potenzialità di questo parassita nella degradazione della plastica

(Rinnovabili.it) – Con la saliva delle larve della tarma della cera è possibile ottenere la degradazione della plastica in poche ore. La notizia potrebbe far storcere il naso ai deboli di stomaco, eppure è stata pubblicata su una delle più prestigiose riviste scientifiche del mondo. Un gruppo di biologi del Centro di ricerche biologiche di Madrid ha infatti affidato a Science gli esiti di un esperimento che ha per protagonista la saliva delle larve del lepidottero Galleria mellonella.

La sostanza secreta dalle larve permette di ossidare e depolimerizzare il polietilene in poche ore a temperatura ambiente

Le esamerine che degradano il polietilene

Per fare la sua scoperta, il team ha utilizzato la microscopia crioelettronica (crio-EM) analizzando la saliva dei microrganismi direttamente dalla fonte nativa. Sulla base delle ricostruzioni 3D, hanno visto che la composizione delle secrezioni buccali appartiene a quattro esamerine che possono ossidare e degradare il polietilene. Le esamerine sono proteine ​​di deposito che si trovano comunemente negli insetti. Queste ​​si autoassemblano in tre complessi macromolecolari

A ciascuno hanno dato dei nomi altisonanti, di divinità latine, greche o anatoliche. La prima sottopopolazione di proteine ha preso il nome di ​​Demetra e Cibele. Il secondo gruppo corrispondeva è stato denominato Cerere e il terzo Cora. Due di questi esameri ossidano e degradano il polietilene

Un futuro tra natura e biotech

La scoperta getta nuova luce per applicazioni più ampie di sistemi biologici per gestire i rifiuti di plastica oltre l’attuale capacità di biodegradazione da parte dei microrganismi. L’intenzione è sfruttare le possibilità della biotecnologia per implementare soluzioni di più larga scala, a partire da ciò che si osserva in laboratorio. L’uso dei processi che avvengono normalmente in natura per finalità e applicazioni tecniche è sempre più diffuso, tra ottimismo e risvolti controversi.

Quello dei meccanismi evolutivi che permettono a organismi viventi di sviluppare capacità di degradazione della plastica è un settore che desta forte interesse. Ricerche promettenti vengono pubblicate di frequente, per il fervore che c’è intorno al problema dell’inquinamento da plastica. La speranza è di trovare una soluzione tecnica per venire a capo di un problema di ordine economico-sociale e oggi anche ecologico. Una sfida complessa, alla quale non c’è ancora una risposta definitiva. Forse le tarme della cera l’hanno tenuta nascosta per tutto questo tempo.