Lavaggio, demetallizzazione e separazione. Poi lo stampaggio a iniezione. Così nascono gli occhiali da sole riciclati che vanno a ruba su internet
(Rinnovabili.it) – Mentre attraversava la discarica di Chembur a Mumbai, il giovane imprenditore Anish Malpani si è chiesto se tutti quei rifiuti potessero essere trasformati in qualcosa di prezioso. Così è nata la sua linea di occhiali da sole riciclati che sta guadagnando notorietà in India. Sono ricavati dalla plastica dei pacchetti di patatine e acquistarli permette anche di fare un gesto benefico.
Anish sostiene che siano oggetti “leggeri, circa 25 grammi, polarizzati UV, resistenti e flessibili. Quando li compri, hai anche un grande impatto sociale, il 10% delle tue vendite va a mandare a scuola i figli degli raccoglitori di rifiuti”. In India, infatti, fino a 4 milioni di persone svolgono lavori informali legati alla raccolta e separazione dei rifiuti. Vivono alla giornata, raccogliendo oggetti in plastica o metallo e mettendoli insieme per rivenderli a peso.
Con Ashaya, la sua impresa sociale, Anish ha annunciato il progetto pilota su Twitter e LinkedIn e in soli quattro giorni ha ricevuto più di 500 ordini di occhiali da sole riciclati. Si chiamano Without e costano circa 18 euro.
Un progetto di riciclo che è anche sociale
“Si tratta di un modo per mostrare al mondo che possiamo fare cose interessanti con i rifiuti di plastica”, spiega il giovane imprenditore. I feedback ricevuti dalla prima tornata di vendite sono stati utilizzati per costruire la seconda versione di Without, ma è possibile che dalla tecnologia di riciclo della plastica multistrato vengano poi creati anche altri prodotti.
L’idea di Anish Malpani, 34 anni, nasce da un percorso che lo ha visto studiare negli Stati Uniti e poi lavorare in Guatemala e Kenia con organizzazioni no profit. Questo approccio sociale è stato poi combinato con i suoi interessi, per contribuire a migliorare la situazione dei rifiuti nel suo paese di origine, l’India.
In una recente intervista al The Hindu, uno dei quotidiani più diffusi nel paese, ha raccontato il processo di riciclo che utilizza. La prima fase prevede il lavaggio delle plastiche multistrato e la successiva demetallizzazione e separazione tramite la loro tecnologia. A questo punto i diversi materiali vengono ricombinati e trasformati in nuovi prodotti tramite stampaggio a iniezione. “Si tratta di un’operazione difficile – spiega Malpani – perché nessun altro la fa ed è difficile da proporre e da scalare”.