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Dalla Germania una suite di sensori che aiutano a riciclare la plastica

Negli impianti, la separazione dei materiali è ancora imperfetta e non permette di riciclare la plastica nelle quantità necessarie. Fino ad oggi

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Foto di Merakist su Unsplash

Il progetto del Fraunhofer Institute permetterà di riciclare la plastica in modo più efficace

(Rinnovabili.it) – Le plastiche sono fatte da idrocarburi. Alla fine del loro ciclo di vita, vengono smaltite e successivamente separate. Quelle di bassa qualità o eccessivamente contaminate vengono incenerite. Quelle di alta qualità vengono selezionate in base al colore e vendute come materiale riciclato. Ma riciclare la plastica in base al tipo è complicato. Molte confezioni non vengono nemmeno considerate riciclabili dalle strutture di smistamento e finiscono nell’impianto di incenerimento. Molti dei sensori attuali, infatti, non riescono a riconoscere le plastiche nere e altri oggetti.

Con il progetto Waste4Future, il Fraunhofer Institute sta cercando di porre rimedio. L’istituto tedesco sta sviluppando una suite di sensori innovativa per gli impianti di smistamento, focalizzandosi sulla rilevazione di particelle nere di rifiuti. Questa tecnologia combina diversi sensori, come quelli infrarossi e terahertz, per determinare parametri utili alla separazione dei materiali in modo più preciso possibile e valutare lo stato di degradazione. La suite di sensori, posizionata sopra i nastri trasportatori degli impianti di smistamento, utilizza ugelli ad aria compressa per separare materiali desiderati da contaminanti indesiderati.

Un aspetto cruciale è l’età del campione, che determina l’idoneità al riciclo meccanico o chimico. La tecnologia identifica e collega diverse proprietà fisiche delle plastiche e i dati raccolti vengono elaborati attraverso l’apprendimento automatico. La suite di sensori si pone l’obiettivo di ottimizzare il processo di riciclo, considerando fattori come il consumo energetico e l’impronta di carbonio. 
Il progetto analizza anche i processi di riciclo meccanico e chimico, testandone la validità per diverse composizioni di rifiuti plastici. Alla conclusione di questa iniziativa, nel dicembre 2024, l’idea è confrontare componenti realizzati da plastica riciclata con quelli creati a partire da materie prime vergini, per verificare se una migliore separazione porta a una maggior qualità delle materie prime seconde.