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Dal simposio sulle materie prime critiche appello a costruire filiere italiane

Diventa sempre più fondamentale recuperare le materie prime critiche per l’energia a livello nazionale, ma investimenti e regole sono in ritardo

materie prime critiche
Fonte: WEC Italia

La crescita della domanda di materie prime critiche è un vero allarme per l’Italia e l’Europa 

Strategia. Sicurezza. Sostenibilità. Tre parole che hanno fatto capolino spesso ieri, nel primo simposio nazionale sulle materie prime critiche per l’energia. Organizzato da OIMCE, iniziativa permanente promossa da WEC Italia e Assorisorse e aperta agli stakeholder del settore, l’incontro ha affrontato tutti i temi caldi del momento. A tenere banco, il recupero e riciclo delle matrie prime, gli sviluppi tecnologici per la riduzione dei fabbisogni e la sostituzione dei minerali critici. Ma anche il rilancio del settore minerario nazionale, le opportunità di recupero di materie prime critiche dai rifiuti estrattivi e la cooperazione internazionale.

Sulle priorità di azione dell’Osservatorio si è soffermato il coordinatore, Giuseppe Montesano: “Con il comitato scientifico di OIMCE abbiamo individuato alcuni temi su cui l’Osservatorio può aiutare il paese ad affrontare al meglio le sfide della gestione delle materie prime critiche per la transizione energetica. Tra questi, un’analisi dei fabbisogni che complementi le attività del tavolo ministeriale, le modalità per sviluppare l’offerta, l’individuazione dei fattori abilitanti il recupero e il riciclo in un’ottica di economia circolare”.

Giorgio Maione, assessore all’Ambiente e Clima della Regione Lombardia, la cui delegazione romana ha ospitato l’evento, ha sottolineato le iniziative regionali per il recupero dei materiali critici. “La domanda di materie prime critiche è destinata ad aumentare nei prossimi decenni. Non possiamo dipendere in maniera totale dalle importazioni, sia per motivi economici che di normative comunitarie. La Regione Lombardia intende promuovere un approvvigionamento sicuro e sostenibile. Stiamo già studiando un bando da 10 milioni di euro per incentivare il recupero di materiali critici dai rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche”.

Cosa serve all’Italia per costruire una filiera nazionale

“L’approvvigionamento sicuro e sostenibile delle Materie Prime critiche è un obiettivo strategico assolutamente rilevante in questo momento storico caratterizzato da tensioni geopolitiche e dalla necessità di garantire sicurezza al nostro sistema energetico” – ha aggiunto Luca Mariotto, Direttore Settore ambiente di Utilitalia. “Le associate di Utilitalia in questo contesto operano sia come utilizzatori di tecnologie che utilizzano CRM in quanto gestori energetici sia come attori dell’economia circolare nella catena di approvvigionamento, in particolare attraverso la raccolta e il recupero dei RAEE.”

Gli esperti che si sono confrontati nel simposio hanno posto l’accento su molte questioni. Da un lato l’incertezza normativa nel nostro paese. Dall’altro la scarsa economicità del recupero e riciclo delle materie prime critiche. Eppure, sostengono i più è strategico dotarsi di infrastrutture nazionali. Residui di materie da estrazione, così come fluidi geotermici, possono contenere risorse preziose e l’Italia deve trovare il modo per non perdersele. Ma a portata di mano ci sono anche quelle contenute nelle batterie per la mobilità elettrica, le turbine eoliche e i pannelli solari. Tra le proposte, quindi, emergono l’investimento maggiore in ricerca e sviluppo e la fiscalità agevolata per la componente circolare. L’altra richiesta è valorizzare nel nuovo PNIEC i processi, prodotti e servizi circolari. Per farlo servirà un quadro normativo coerente che dia attuazione alla Strategia nazionale per l’economia circolare.

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