L’incertezza della fase non pesa sul mercato del PET riciclato in Europa, che nella filiera bottle-to-bottle ha la sua punta di diamante
I sistemi di deposito cauzionale possono ancora migliorare il mercato del PET riciclato in Europa
(Rinnovabili.it) – Nonostante le incertezze della fase attuale, le filiere del PET e del rPET registrano trend positivi. Lo dice l’ultimo rapporto dedicato al mercato del PET riciclato in Europa, realizzato da ICIS consulting per Plastics Recyclers Europe, organizzazione che rappresenta la voce dei riciclatori di materie plastiche europei.
Fra le note critiche, il dossier include le permanenti disparità nella raccolta, nella selezione e nel riciclo del PET in Europa. Temi che dovranno essere affrontati per raggiungere gli obiettivi di riciclo europei nel medio e lungo termine. Qualche paese, infatti, rischia già di mancare i target al 2025.
Al netto di queste raccomandazioni, i dati – relativi al 2022 – mostrano che raccolta e riciclo del PET sono accelerati con un ritmo che permette al settore di essere in anticipo rispetto ai nuovi obiettivi della Direttiva UE sulla plastica monouso. Il tasso di raccolta del PET nel 2022 è stato del 60%, con un aumento deciso rispetto al 45% raggiunto nel 2020. Inoltre, il tasso di selezione per il riciclaggio delle sole bottiglie in PET è stato stimato al 75%, anche qui in aumento rispetto al 61% del 2020.
Italia ancora senza un sistema di deposito cauzionale
Il tasso di raccolta dovrebbe continuare a crescere nei prossimi anni, dicono le stime. La più ampia diffusione dei sistemi di deposito cauzionale in tutta Europa. Nel 2022, 12 paesi hanno riportato che questo metodo di raccolta è operativo, mentre 9 hanno preso la decisione politica di farlo in futuro. La nota negativa per noi è che l’Italia non è tra questi.
Per quanto riguarda la raccolta, sono stati selezionati per il riciclaggio quasi 2,7 milioni di tonnellate di rifiuti di PET. Lla capacità totale installata è di circa 3 milioni di tonnellate, di cui 1,4 milioni destinate ad imballaggi a contatto con gli alimenti.
In generale, l’imballaggio è la destinazione principale del PET riciclato, con il 48% utilizzato in nuove bottiglie. Il processo “bottle-to-bottle” è quindi particolarmente positivo nel vecchio continente. Ma che succede al resto del rPET? Il 25%, secondo il rapporto è stato utilizzato in vassoi, mentre il resto è andato in applicazioni diverse dall’imballaggio, tra cui fibre di poliestere (15%), cinghie (6%) e altro (6%).