Comunicazione e informazione per le piccole e grandi industrie: questi gli strumenti con cui il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati affronterà il prossimo anno
(Rinnovabili.it) – Raccoglie già il 43,9% di olio lubrificante usato (un dato vicino al 100% del potenziale raccoglibile), con un tasso di riciclo di oltre il 98%. Ma per il COOU, il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, il dato non è un punto d’arrivo. Per il prossimo anno, infatti, i buoni propositi sono quelli di migliorare ancora, coinvolgendo e informando i settori più sensibili al fine di ottimizzare la qualità della raccolta. Nel mirino ci sono principalmente le realtà industriali.
Grazie alle nuove tecnologie motoristiche e al miglioramento della formulazione dei lubrificanti infatti, l’olio immesso al consumo nell’autotrazione è destinato a ridursi: i progressi chimici (nella formulazione degli oli stessi) così come quelli meccanici (nella progettazione e realizzazione dei propulsori) stanno aumentando l’efficienza e di conseguenza la vita dei lubrificanti. In altre parole, il peso dell’autotrazione nella filiera di raccolta degli oli usati andrà diminuendo, mentre i rifiuti provenienti dalle aziende industriali avranno un peso percentuale via via crescente. Ed è proprio a partire da questi detentori che il Consorzio punta ad incrementare la quantità e qualità del rifiuto raccolto.
Se il peso dell’industria aumenterà, una delle prime esigenze della filiera e delle aziende di raccolta sarà poter gestire un olio usato di qualità migliore di quella attuale. Le contaminazioni che possono essere presenti rendono il processo di recupero e rigenerazione più costoso, se non addirittura impossibile in alcuni casi. “Un olio usato – contaminato con acqua o miscelato con altri rifiuti pericolosi – crea problemi alle aziende di raccolta e agli impianti di rigenerazione al punto che e, nella peggiore delle ipotesi, deve essere destinato a termodistruzione perché non riutilizzabile”, spiega il Consorzio. “La rigenerazione è una pratica virtuosa che permette di trasformare un rifiuto pericoloso in una risorsa da riutilizzare, con un risparmio sulla bolletta petrolifera italiana di circa 50 milioni di euro all’anno”.
Per centrare l’obiettivo, il COOU punterà su comunicazione e informazione in maniera da favorire i comportamenti corretti da parte delle industrie, piccole o grandi che siano. I metodi “giusti” di trattamento esistono già, a cominciare dallo stoccaggio a norma del rifiuto e dal divieto di miscelazione. “In pratica vogliamo offrire alle aziende di raccolta e a tutta la filiera, l’opportunità di individuare tempestivamente la frazione di olio usato che potrebbe ancora sfuggire alla raccolta […] Questa è la nuova sfida intrapresa dal COOU: collaborare con chi rappresenta le imprese e ne ispira i comportamenti per migliorare ulteriormente le performance di ‘Sistema’”.