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Un progetto da quasi 5 milioni per convertire il polietilene in poliestere biodegradabile

È il polimero più difficile da recuperare, ma un team di ricerca è convinto di poter convertire il polietilene in poliestere biodegradabile

convertire il polietilene in poliestere biodegradabile
Foto di Lucy Francesca Yanamango Veliz su Unsplash

L’Università di Aarhus guida un progetto per convertire il polietilene in poliestere biodegradabile

Tra tutte le tipologie di plastica, il polietilene è particolarmente resistente e non c’è modo di farlo decomporre in natura. Almeno non in tempi ragionevoli. Questo perché la sua forte struttura molecolare è altamente resistente all’ossigeno, alla luce solare e alla biodegradazione. Il polietilene è però anche la plastica più ampiamente utilizzata. Rappresenta circa il 34% di tutta la produzione. Ma non è un vanto: solo il 12% di questo polimero, infatti, viene riciclato e solo l’1% viene convertito in prodotti di alto valore.

Un team internazionale di ricercatori, guidato dall’Università di Aarhus vuole sfidare questi numeri. Beneficiario di 4,8 milioni di euro provenienti dal programma quadro dell’UE per la ricerca e l’innovazione, Horizon Europe, intende sviluppare un metodo industrialmente fattibile per convertire il polietilene in poliestere biodegradabile e altri materiali di alto valore. 

La soluzione è negli enzimi

Degradare il polietilene è solitamente molto difficile a causa dei forti legami di carbonio nella sua struttura molecolare. Ma collaborando con altri ricercatori, il team ha identificato enzimi, microrganismi e processi chimici che possono farlo. Con il progetto ora possono sperimentare un metodo completamente scalabile a livello industriale per convertire il polietilene prima in alcani e poi in poliestere biodegradabile e prodotti di alto valore per l’industria chimica.

Attualmente, l’80% di tutta la plastica prodotta contiene questi forti legami di carbonio, motivo per cui l’incenerimento e la discarica sono i metodi più comuni di smaltimento. Tuttavia, l’aumento della produzione negli ultimi decenni ha reso i rifiuti di plastica un problema enorme.

Nel progetto ACTPAC – questo l’acronimo dell’iniziativa – 11 partner in otto paesi diversi svilupperanno un sistema tecnologico in tre fasi per convertire il polietilene in alcani, quindi in monomeri di alto valore attraverso processi biologici e infine per convertire questi ultimi in polimeri completamente biodegradabili tramite processi enzimatici-catalitici. Il progetto mira a dimostrare questa tecnologia su scala pilota.

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