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Con il calcestruzzo al grafene la sabbia non serve più

Sostituire la sabbia è possibile creando un calcestruzzo al grafene derivato dal coke metallurgico. Ma l’ostacolo è il prezzo

calcestruzzo al grafene
Foto di Claus Grünstäudl su Unsplash

Secondo i test, il calcestruzzo al grafene performa meglio di quello basato su sabbia

(Rinnovabili.it) – Il grafene derivato dal coke metallurgico potrebbe rivoluzionare l’edilizia sostituendo la sabbia. In particolare, è il calcestruzzo al grafene a fornire interessanti prospettive. Secondo uno studio della Rice University, ha permesso di ottenere un materiale più leggero del 25% rispetto a quello con aggregati di sabbia, ma altrettanto resistente. 

Data la crescente domanda di cemento, e visto che due terzi della popolazione mondiale vivrà in aree urbane entro il 2050, il problema ambientale associato all’estrazione di sabbia potrebbe diventare critico. La paura di una “crisi della sabbia”, oltre al fatto che l’8% delle emissioni globali è attribuibile alla produzione di cemento, guidano la ricerca verso le innovazioni.

Il calcestruzzo al grafene potrebbe essere una di queste? Secondo gli esperti, è una possibilità. Dipende da dove lo si prende, però. La dimostrazione è stata fatta dalla Rice University utilizzando il riscaldamento Flash Joule per convertire il coke metallurgico in grafene, creando un materiale simile alla sabbia in quanto a dimensioni. I test hanno poi dimostrato che il calcestruzzo a base di grafene e senza sabbia offre proprietà meccaniche paragonabili a quelle del calcestruzzo convenzionale, con un rapporto resistenza/peso anche più elevato. In particolare, si è registrato un aumento del 32% nella tenacità, del 33% nella deformazione massima e del 21% nella resistenza alla compressione. L’aspetto negativo è invece la riduzione dell’11% nel modulo di Young, che misura la resistenza di un materiale alla deformazione per allungamento.

La scoperta potrebbe ridurre la dipendenza dalla sabbia estratta dall’ambiente e le emissioni di carbonio dell’industria del cemento, contribuendo a pratiche di sviluppo urbano più sostenibili. Dall’altra parte, però, potrebbe vincolare l’industria del carbone a quella del’edilizia, fornendo elementi ad entrambe per autosostenersi invece di andare verso il phase out. 

Resta un ostacolo allo sviluppo di questa trovata. Il prezzo del grafene. Oggi è ancora troppo alto e se non cala, questa incoraggiante proposta rimarrà solo sulla carta.