Il dossier Comuni Ricicloni 2024 di Legambiente scova 700 municipalità dove la produzione di rifiuti è rimasta sotto i 75 kg per abitante
Le grandi città restano in fondo alla classifica dei comuni ricicloni 2024
Lo scorso anno l’Italia ha visto un aumento dei comuni “Rifiuti Free”, saliti a 698 con un balzo in avanti dell’11% rispetto all’anno precedente. È il dato saliente del rapporto di Legambiente sui Comuni Ricicloni 2024, presentato ieri. Significa che quasi settecento comuni sono riusciti a mantenere la produzione di rifiuti indifferenziati sotto i 75 kg per abitante all’anno. La popolazione servita da un efficiente sistema di gestione dei rifiuti è quindi cresciuta a 4.058.542 persone (+539.590 rispetto al 2022), pari al 6,9% della popolazione totale.
Sono ancora percentuali piccole, ma secondo l’associazione rappresentano un trend incoraggiante. Il Nord Italia mantiene la sua leadership con 434 comuni virtuosi, ma il Sud ha registrato una crescita significativa. Sono 231 i comuni del mezzogiorno che Legambiente classifica come “rifiuti free”, +23,8% rispetto al 2022. Il Centro Italia rimane stabile e fanalino di coda, con appena 33 comuni. I comuni con meno di 5 mila abitanti sono i più numerosi in questo specifico segmento. Seguono quelli tra 5 e 15 mila abitanti e poi quelli con più di 15 mila. Segno che – è abbastanza ovvio – più il sistema è circoscritto, meglio funziona. Il Veneto si conferma la regione con il maggior numero di comuni virtuosi (173), seguita da Lombardia (101) e Campania (83). Sono in crescita, anche se minoritari rispetto al totale, i comuni ricicloni con più di 30 mila abitanti.
Il dossier di Legambiente, presentato durante l’Eco-Forum 2024 a Roma, è stato coronato da una premiazione delle municipalità più brave nella raccolta differenziata e nel riciclo.
“I nuovi dati ci riconfermano come sia indispensabile puntare sulle grandi città”, ha detto Giorgio Zampetti, direttore di Legambiente. “Qui stentano a diffondersi sistemi di raccolta come il porta a porta, che tengono insieme qualità e prevenzione dei rifiuti avviati a smaltimento”. Secondo Zampetti occorre anche “rafforzare l’organizzazione a livello consortile per un’adeguata e capillare rete impiantistica per il riciclo e il trattamento dei rifiuti”.