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Comuni Ricicloni 2020: cresce l’Italia virtuosa nei rifiuti

La classifica di Legambiente sulle amministrazioni più ecologiche. Sono 598 quelle ‘rifiuti free’, cioè con una indifferenziata al di sotto dei 75 chilogrammi a testa all’anno. Gli eco-Comuni sono 51 in più rispetto allo scorso anno. L’area migliore del Paese è il Nord Est grazie al porta-a-porta e alla tariffa puntuale. Migliora di molto il Sud, passando da 84 a 122 Comuni pari al 20,4% del totale

Comuni Ricicloni 2020
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I dati del report Comuni Ricicloni 2021

(Rinnovabili.it) – Sono 598 i Comuni rifiuti free, quelli dove ogni cittadino produce al massimo 75 chilogrammi di secco residuo all’anno, cioè di indifferenziata. Gli unici capoluoghi ‘liberi’ dai rifiuti sono Pordenone, Trento, Treviso e Belluno. L’area del Paese che domina è il Nord-Est, in testa alla classifica grazie al porta-a-porta e alla tariffazione puntuale; le Regioni più virtuose sono Veneto e Trentino Alto Adige. Questa la fotografia del Paese scattata al settore rifiuti da ‘Comuni Ricicloni 2020‘, il rapporto di Legambiente presentato nel corso della seconda giornata dell’EcoForum.

Una buona notizia è che i Comuni con una bassa raccolta di ‘scarti’ non differenziabili sono 51 in più rispetto allo scorso anno. Altra buona notizia è la crescita del Sud: i Comuni del Meridione sono passati da 84 a 122 pari al 20,4% del totale. Il merito va soprattutto all’Abruzzo che porta i suoi Comuni virtuosi da 15 a 38 (con un balzo dal 5 al 12% sul totale dei comuni della Regione), alla Campania che sale da 23 a 36 (dal 4 al 7%), e alla Sicilia che passa da uno a otto (da 0 a 2%). Ma il Centro resta “immobile”: i Comuni rappresentano il 6,5% del totale di quelli in classifica.

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Il Nord, nonostante l’incremento in numeri assoluti, per la prima volta scende dal 77% al 73,1%; anche se la Lombardia cresce di 22 comuni, passando da 85 a 107. Il Veneto si conferma la Regione con il numero più elevato: 168 Comuni (30% del totale). Seguono il Trentino-Alto Adige con 78 Comuni (28%), e il Friuli Venezia Giulia con 48 Comuni (22%). Poi l’Abruzzo e il Molise che passa da nove a 13 comuni (dal 7% al 10%). Dall’altra parte della classifica, con zero Comuni rifiuti free, troviamo la Valle d’Aosta, con la Liguria e la Puglia che perdono entrambe i loro due Comuni virtuosi.

In base agli ultimi dati dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) la produzione dei rifiuti rimane ancora alta con 499,7 kg a testa all’anno; la raccolta differenziata intercetta in media a livello nazionale oltre la metà dei rifiuti prodotti (58,1%), anche se c’è ancora un forte divario tra Nord (67,7%), Sud (46,1%) e Centro (54,1%).

Nel rapporto Comuni Ricicloni 2020 Friuli Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Veneto sono le uniche tre Regioni che si vedono rappresentate in tutte e quattro le categorie del concorso: i Comuni sotto i 5.000 abitanti, tra i 5.000 e i 15.000, oltre i 15.000 e Capoluoghi. Tra i comuni non capoluogo sopra i 15.000 abitanti, oltre a Misilmeri (Pa), i vincitori di quest’anno sono Baronissi (Sa), Castelfranco Emilia (Mo), Porcia (Pn), Porto Mantovano (Mn), Castelfidardo (An), Certaldo (Fi), Pergine Valsugana (Tn) e Vedelago (Tv). I dati sui consorzi indicano ai primi posti quelli al di sotto dei 100.000 abitanti. In testa i due consorzi trentini Amnu spa e Asia (Azienda speciale per l’igiene ambientale), seguiti dal consorzio veneto Unione montana agordina. Per quanto riguarda i consorzi più grandi, quelli sopra i 100.000 abitanti, troviamo al primo posto il Consorzio di Bacino Priula (Tv), al secondo il Consiglio di Bacino Sinistra Piave (Tv) e al terzo il consorzio A&T 2000 spa (Ud).

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“Con il recepimento del pacchetto delle direttive europee sull’economia circolare – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – si è definito il contesto in cui gli Stati devono muoversi da qui ai prossimi anni. Tra gli obiettivi principali: il limite massimo del 10% di rifiuti conferiti in discarica, percentuali molto ambiziose di riciclo dei rifiuti prodotti e un tetto per abitante di 100 chili di residuo secco (indifferenziato) prodotti annualmente. Diventa determinante applicare il sistema di tariffazione puntuale su tutto il territorio nazionale, in nome del principio chi inquina paga, supportando le amministrazioni che ce l’hanno fatta”.

Scarica qui il report Comuni Ricicloni 2020