Pubblicato il report Comuni Ricicloni 2019
(Rinnovabili.it) – Quali sono le città e le regioni in Italia che gestiscono meglio i rifiuti? La risposta arriva da Comuni Ricicloni 2019, il rapporto annuale di Legambiente sui virtuosi della rivoluzione circolare. I numeri di quest’anno segnalano dei miglioramenti rispetto l’edizione 2018, ma senza grandi sconvolgimenti del quadro generale: il nord continua ad essere più avanti di sud e centro sia in termini di raccolta differenziata che di riciclo.
Nel complesso la produzione nazionale dei rifiuti rimane ancora alta: il rapporto Comuni Ricicloni 2019 riporta un dato di 487 kg/ab/anno. Una cifra notevole ma che rappresenta anche il punto di partenza per migliorare il settore. Ecco perché l’associazione soprattutto ha deciso di premiare con l’etichetta di Comuni Rifiuti Free non solo quelle realtà particolarmente attive nella differenziata ma anche quelle in cui è stata raggiunta una soglia di produzione di 75 kg/ab/anno di residuo secco prodotto (ossia il peso dell’indifferenziata avviata allo smaltimento).
A fregiarsi di questo titolo sono oggi 547 comuni, 42 in più rispetto al 2018. Di questi, ben 294 appartengono solo all’area del nord-est del Paese. Tra i capoluoghi di provincia sono, invece solo tre le città che rientrano nei parametri, vale a dire Belluno, Pordenone e Treviso. Tra i Comuni non capoluogo più grandi appaiono invece invece Carpi (71mila abitanti) ed Empoli (53mila abitanti).
Il dato complessivo non stupisce: nelle regioni settentrionali la raccolta intercetta il 66% dei rifiuti prodotti con punte massime in Veneto (74%), il Trentino Alto Adige (72%), la Lombardia (70%). In confronto il Centro Italia non sembra riuscire a muoversi dal 52% mentre per il Sud a percentuale è ancora al 42%.
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Questo gap si spiega facilmente guardando i modelli di gestione: al nord prevalgono servizi basati, quasi totalmente, su sistemi consortili con una raccolta organizzata prevalentemente con il sistema porta a porta e dove è maggiormente diffuso il sistema di tariffazione puntuale.
“Ma perché gli sforzi, l’impegno e gli importanti risultati dei Comuni Rifiuti Free siano ripagati, occorre lavorare altrettanto alacremente sulla chiusura del ciclo, sul riciclo e sull’utilizzo della materia prima seconda che ne deriva”, spiega il Direttore generale di Legambiente Giorgio Zampetti. “Serve quindi una normativa a supporto della rivoluzione circolare. Priorità assoluta è la definizione dei criteri end of waste per rimettere in circolo la materia prima seconda, e l’attuazione delle norme già esistenti, attuando ad esempio quanto previsto dalla normativa sul GPP (Green Public Procurement), i cui obblighi sono spesso disattesi”.
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