Parte da Torino l’inchiesta per stabilire se la bonifica di componenti auto all’amianto di alcuni modelli Great Wall Motors sia stata svolta in sicurezza dalle concessionarie nazionali
(Rinnovabili.it) – Alcuni modelli della casa automobilistica cinese Great Wall Motors, approdati anche sul territorio nazionale, sarebbero stati dotati di componenti auto di amianto poi successivamente rimossi e bonificati dalle concessionarie senza le dovute misure di sicurezza. A far partire l’inchiesta è il Procuratore di Torino Raffaele Guariniello, il quale ha mobilitato gli ispettori delle ASL di tutta Italia per verificare se gli operai coinvolti nelle operazioni di bonifica siano stati contaminati. Da ciò che si apprende dal lancio odierno dell’Ansa, alla procura di Torino risulta che l’azienda abbia chiesto ai concessionari nazionali di provvedere alla bonifica, ma ci sono dubbi sui livelli di sicurezza osservati durante lo svolgimento delle operazioni. Il rischio è che il materiale tossico maneggiato dai lavoratori senza alcuna precauzione, quali mascherine e guanti, possa averli fatti ammalare di tumore; ed è questo quello che si chiede di verificare alle Aziende Sanitarie Locali d’Italia.
Fa riflettere che al giorno d’oggi, con quanto richiesto dalla normativa in materia di riciclo dell’auto a livello mondiale, ci sia chi abbia pensato di utilizzare un materiale così tossico per la messa a punto di componenti auto. L’amianto è un materiale altamente pericoloso per la salute umana, il cui impiego porta a conseguenze fin troppo conosciute e per questo bandito e rimosso in ogni sua applicazione. A essere incriminate nell’inchiesta che vede coinvolta la Great Wall Motors sarebbero delle piccole guarnizioni delle linee di scarico. Si ritiene che sia un caso isolato e non una prassi comune alle case automobilistiche, ma se così non fosse è facile immaginare cosa comporterebbe il loro smaltimento una volta che il veicolo su cui sono state applicate raggiunga la fine del suo ciclo di vita e debba essere rottamato.
Gli accertamenti disposti dal procuratore Guariniello stabiliranno se chi ha maneggiato questi anomali componenti auto si sia successivamente ammalato di tumore. Informazioni dal colosso cinese non è possibile raccoglierle: la casa automobilistica ha, non si sa se temporaneamente o no, oscurato il sito ufficiale.