Invece di peggiorare la qualità della materia prima seconda, adesso è possibile riciclare plastica mista e creare prodotti di più alto valore
Un metodo innovativo a base di agenti reticolanti testato in Colorado per riciclare plastica mista
(Rinnovabili.it) – La plastica post-consumo viene quasi sempre smaltita in un flusso misto di rifiuti, non tanto – o non solo – per “colpa” dei consumatori. I prodotti stessi, in particolare il packaging, è spesso realizzato con due o più tipi di plastica. Riciclare plastica mista, quindi, diventa molto complicato, perché la differenza fra i polimeri coinvolti nel prodotto rende difficile il processo.
Sebbene si tratti sempre di plastica, l’incompatibilità chimica e fisica fa sì che non esista un buon metodo industriale per riutilizzarla o rielaborarla in altri prodotti utili. Ecco perché la maggior parte di quei “materiali riciclabili” che vengono gettati via finiscono in discarica.
Anche dopo un’attenta cernita e separazione in singole materie plastiche, infatti, il riciclo meccanico di solito produce prodotti di qualità inferiore, in un processo che viene detto di down-cycling.
Mentre aspettiamo che i governi costringano le imprese ad abbandonare materiali non riciclabili, i chimici dei polimeri della Colorado State University si sono industriati a cercare modi per affrontare questo problema, trovando una nuova soluzione chimica per riciclare la plastica mista. Il team ha pubblicato su Nature i risultati di questo esperimento che si basa sulla seguente strategia: utilizzare piccole molecole specificamente progettate, chiamate agenti reticolanti dinamici, in flussi plastici misti. Questi agenti reticolanti trasformano una massa di materiali non mescolabili in una nuova serie di polimeri utilizzabili. Addirittura, i polimeri possono essere trasformati in nuovi materiali rilavorabili di valore superiore, con un processo opposto al downcycling, che infatti prende il nome di upcycling.
Il processo ideato dalla Colorado University
Funziona così: quando vengono riscaldate e lavorate insieme ad agenti reticolanti dinamici aggiunti in piccole quantità, le plastiche miste vengono rese compatibili tra loro attraverso la formazione in situ di un nuovo materiale, chiamato copolimero multiblocco.
Come il sapone rende compatibile l’acqua con lo sporco oleoso, permettendoci di toglierlo dalle mani o dai vestiti, lo stesso fa il copolimero con le plastiche miste: crea blocchi ben separati di plastiche che sono quindi riutilizzabili come nuovo materiale con proprietà utili. Un metodo di upcycling che non prevede la decostruzione o la ricostruzione dei polimeri originali.
Quanto costerà trasformare questa idea in qualcosa di economicamente valido? I margini ci sono, sembra dire lo studio. Infatti, meno del 5% del peso della plastica trattata con il nuovo processo è composto da agenti reticolanti.