Dispositivi di monitoraggio del livello dei bidoni per i rifiuti organici e percorsi di raccolta costruiti dall’algoritmo hanno fatto guadagnare in efficienza e sostenibilità
(Rinnovabili.it) – Sono la quota più “pesante” dei nostri rifiuti urbani, la più facile da rimettere in circolo eppure enormemente sottoutilizzata. Sono i rifiuti organici, dagli scarti alimentari alle potature e agli sfalci. In UE si raccolgono circa 225 milioni di tonnellate (505 kg pro capite) e soltanto il 48% viene valorizzato: il 30% va nel riciclo e 18% nel compostaggio. Di tutti i rifiuti urbani, la porzione più significativa è proprio l’organico, che vale circa il 38% in UE e quasi il 40% in Italia.
Se trattiamo male i nostri rifiuti organici avremo di rimando un enorme impatto ambientale associato ai gas serra generati, per non parlare della perdita economica. Le discariche infatti pesano sulle nostre tasche, così come il mancato valore generato dal riciclo. Eppure, milioni di euro e di tonnellate di rifiuti organici vengono ancora persi a causa dello smaltimento improprio nel nostro continente e nel paese.
Occorre migliorare sistemi di raccolta e di gestione della frazione organica. Ma come? Tecnologie innovative se ne vedono molte in tutto il mondo, ma il successo nell’applicazione scarseggia. Eppure si tratta di qualcosa di fondamentale per osservare se le buone idee si possono introdurre con successo nei sistemi sociali.
Tre città europee sperimentano l’innovazione nella raccolta differenziata
A dare un segnale ci ha pensato Scalibur, un progetto finanziato dall’Unione Europea, basato proprio sulla sperimentazione in tre diverse città, molto diverse tra loro. Scalibur è stato portato avanti a Madrid, Kozani (in Grecia) e ad Albano Laziale. Ciascuna città ha messo in campo differenti attività, condividendo i risultati e contribuendo a tirare le conclusioni.
La capitale spagnola ha portato avanti le attività meno concrete, sebbene importanti per raccogliere risultati e informazioni socioculturali da analizzare. Madrid si è occupata infatti di organizzare webinar per coinvolgere le persone nel riciclo e aumentare la consapevolezza sull’importanza dei loro atti nella filiera.
In Grecia invece è stato sviluppato un sistema per monitorare i contenitori di FORSU, pianificare la raccolta e ottimizzare il percorso da seguire per i mezzi utilizzati nell’operazione. La rotta si basa sul livello di riempimento dei contenitori e lo stato di degradazione dell’organico. L’obiettivo era ridurre i costi e le emissioni associati all’operazione, raccogliendo solo i contenitori che superavano una determinata soglia di riempimento o presentavano un elevato livello di degradazione dei rifiuti.
Internet delle cose e algoritmi per la logistica
Sono stati sviluppati e applicati dispositivi di monitoraggio IoT, che rilevano le misurazioni del livello dei contenitori e parametri associati al degrado e allo stato dei rifiuti. Il tutto dialoga con una piattaforma di gestione dei dati che include un modulo di ottimizzazione del percorso. Gli autisti dei mezzi di raccolta possono seguire in tempo reale i percorsi pianificati attraverso un tablet installato a bordo dei mezzi. Grazie al dispositivo, apprendono la posizione del successivo contenitore da ritirare e il tragitto migliore da seguire.
Anche nella cittadina dei castelli romani sono stati creati percorsi di raccolta intelligenti per i camion, così da raccogliere solo alcuni contenitori e ottimizzare tempistiche e consumi. In questo caso, però, l’attività pilota ha riguardato il settore HORECA, perché per i rifiuti urbani esiste già una raccolta porta a porta. Anche ad Albano i bidoni contenevano sensori ad ultrasuoni utilizzabili per qualunque contenitore per rifiuti. Questi “bidoni intelligenti” dialogavano con una piattaforma che coordina l’analisi dei dati con il percorso dei raccoglitori.
Risultati incoraggianti
I principali risultati ottenuti hanno mostrato che l’uso di digitalizzazione e IoT porta un forte miglioramento dell’efficienza operativa e della sostenibilità del settore. Nello specifico, nel caso della città greca di Kozani, la riduzione dei consumi energetici e delle emissioni di CO2 superava il 45%. Anche il tempo necessario per effettuare le operazioni di raccolta si è notevolmente ridotto (quasi del 50%). Albano Laziale ha registrato riduzioni delle distanze percorse e del tempo impiegato rispettivamente del 27% e del 40%, con una conseguente riduzione del consumo di carburante e delle emissioni fino al 30%.
Il progetto ha quindi tracciato una possibile direzione per migliorare i sistemi di raccolta differenziata dei rifiuti organici nel nostro continente, tenendo conto di differenze sociali, culturali e geografiche. Ogni soluzione andrà infatti adattata al contesto in cui trova applicazione, ma non si può più dire che non sappiamo cosa fare per trattare propriamente la nostra frazione organica.