(Rinnovabili.it) – L’ultimo report dell’IPCC, il gruppo di esperti mondiali sul clima, parla chiara: serviranno sforzi incredibili per combattere il cambiamento climatico e mantenere il riscaldamento globale entro limiti di sicurezza per l’umanità. Il monito è rivolto principalmente a governanti e decisori politici, ma non per forza l’azione climatica deve essere confinata nella mani dei più grandi. Assicurare uno sviluppo sostenibile al Pianeta, in linea con le nuove necessità di decarbonizzazione, è una sfida a cui chiunque può e deve prendere parte.
E una delle eco-rivoluzioni dal basso che più facilmente può partire dai confini domestici o urbani è quella riguardante una buona gestione dei rifiuti. A mostrare il doppio filo rosso che lega la lotta al cambiamento climatico con la buona differenziata è oggi Junker App, l’applicazione creata dall’innovativa startup Giunko.
Come funziona Junker App?
L’applicazione nasce con il preciso obiettivo di facilitare la differenziata, aiutando gli utenti a riconoscere i singoli prodotti e i materiali di cui sono composti. Per le amministrazioni comunali che di abbonarsi al servizio, l’app è arricchita di tutte le informazioni specifiche del territorio con calendari, sistema di notifiche e mappe dei punti di conferimento fino alla possibilità di segnalare di criticità come rifiuti abbandonati o cassonetti rotti.
Nel complesso, la messa a regime di queste buone pratiche permette di aumentare la percentuale di differenziata urbana e di conseguenza di abbassare l’impronta di carbonio ad essa associata. Nel dettaglio, secondo il calcolo del Carbon Waste Print messo a punto da un gruppo di ricercatori italiani, smaltire 1 kg di rifiuti indifferenziati è collegato al rilascio di circa 3,0 kg di CO2 equivalente. Considerando che attualmente ogni italiano produce in media 213 kg di indifferenziata l’anno (dato Ispra per il 2017), è facile capire quale possa essere il contributo di un singolo cittadino alla sfida climatica. L’impegno necessario non sarebbe neppure così elevato. Ad esempio, per entrare nella lista dei Comuni Ricicloni di Legambiente, le realtà più virtuose sul territorio nazionale, l’obiettivo è di portare sotto i 75 kg la quota di rifiuti indifferenziati pro capite.
“Se si riuscissero a eliminare i 138 kg di indifferenziato che separano la media nazionale dall’obiettivo sopra menzionato, – spiega Junker – si avrebbe un risparmio di 414 kg di CO2/eq che non verrebbe immessa nell’ambiente. È come se un’automobile a benzina di media cilindrata facesse 2.435.294 km in meno in un anno”.
Il dato risulta particolarmente interessante a livello comunale perché permetterebbe di alzare l’asticella dell’impegno raggiungendo un taglio delle emissioni più consistente rispetto all’azione del singolo.
Non solo. Quantificare un eventuale riduzione delle emissioni di CO2 aiuterebbe le amministrazioni a gestire eventuali sistemi di premialità per la raccolta differenziata. Il Comune di Mompeo (RI), ad esempio, è stato il primo in Italia ad ottenere la certificazione della riduzione di CO2 nella gestione dei rifiuti: il sistema attivato sul territorio permette di rimodulare le tariffe per lo smaltimento legandole direttamente al taglio delle emissioni.
“Ma limitandoci anche solamente all’impatto ambientale – aggiunge Junker – queste sono le tonnellate di CO2/eq che, grazie agli utenti attuali Junker, potrebbero non venire emesse nell’atmosfera nel corso di un anno nei seguenti Comuni” se questi stessi utenti raggiungessero l’obiettivo dei 75 kg annui:
– Aprilia (Lazio) – 11.803 tonnellate di CO2
– Mentana (Lazio) – 5.127 tonnellate di CO2
– Caltanissetta (Sicilia) – 4.846 tonnellate di CO2
– Bari (Puglia) – 4.730 tonnellate di CO2
– Termoli (Molise) – 4.447 tonnellate di CO2
– Minturno (Lazio) – 4.273 tonnellate di CO2
– Terni (Umbria) – 3.880 tonnellate di CO2
– Artena (Lazio) – 2.981 tonnellate di CO2
– Patti (Sicilia) – 2.701 tonnellate di CO2
– Chiaramonte Gulfi (Sicilia)– 1.352 tonnellate di CO2
– Trivento (Molise) – 860 tonnellate di CO2
– Rescaldina (Lombardia) – 816 tonnellate di CO2
– Castelfidardo (Marche) – 536 tonnellate di CO2
– Antrodoco (Lazio) – 429 tonnellate di CO2
– Colletorto (Molise) – 290 tonnellate di CO2