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Cobat porta alla luce l’urban mining delle Marche

I dati di Cobat e Cosmari presentati nell'ultima tappa di panorama d'Italia: sono 7 mila tonnellate di prodotti tecnologici avviati al riciclo in regione

Cobat porta alla luce l’urban mining delle Marche

 

(Rinnovabili.it) – Nelle Marche è stato portato alla luce un tesoro nascosto fatto di oro, argento e terre rare. E’ il “bottino” contenuto nei rifiuti delle apparecchiature elettriche ed elettronica, brevemente RAEE, che hanno raggiunto 7 mila tonnellate conferite nella differenziata in un solo anno. in latri termini, l’equivalente sulla bilancia di 225 yacht da 30 metri.

 

I dati sono forniti da CobatConsorzio Nazionale Raccolta e Riciclo e Cosmari nel corso della tappa maceratese di Panorama d’Italia, una quattro giorni di eventi dedicati alle eccellenze del territorio organizzata dal settimanale Panorama.

Nel 2015  lo storico consorzio ha raccolto da solo presso ogni cittadino marchigiano (minori inclusi) una media di circa 4 chili e mezzo di pile, batterie, pneumatici, computer, televisori, moduli fotovoltaici, elettrodomestici e qualsiasi altro prodotto dotato di spina. Un’attività a chilometro zero, considerato che la rete logistica regionale è particolarmente capillare e conta 4 Punti Cobat (Carbonafta & Carbometalli, Adriatica Rottami, CoFerMetal e SiderRottami), aziende autorizzate alla raccolta di qualsiasi tipologia di rifiuto, e due impianti di trattamento: uno dedicato ai rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, Puliecol di San Severino Marche (MC), e uno agli pneumatici fuori uso, Marche Recycling di Fabriano (AN).

 

Le oltre 7 mila tonnellate di rifiuti tecnologici rappresentato una vera e propria miniera urbana (urban mining); la raccolta  ha generato nuove materie prime da reimmettere nel ciclo produttivo, con un beneficio importante non solo per l’ambiente ma anche per l’economia locale.

 

“Bisogna andare oltre il vecchio concetto di rifiuto – spiega Luigi De Rocchi, responsabile Studi e Ricerche di Cobat – Riciclare,oggi, significa abbattere le emissioni di CO2 e ottenere nuove materie prime senza il bisogno di estrarle o importarle. Per farlo, serve una struttura all’avanguardia che sappia anche fare ricerca, per imparare a recuperare i nuovi prodotti che si trovano sul mercato. L’esempio più eclatante è quello delle batterie al litio: Cobat è al lavoro con il CNR per trovare un sistema sostenibile per recuperare tutti gli elementi che le compongono. Questo potrebbe abbattere il costo delle stesse batterie e, di riflesso, dei prodotti alimentati da queste, come le auto elettriche, dando un nuovo impulso alla mobilità green”.