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Cobat, 30 anni di eccellenza nel riciclo dei prodotti tecnologici

Nel 2016 il consorzio si riconferma primo sistema di raccolta e di riciclo di pile e accumulatori in Italia. E festeggia i 30 anni di attività sperimentando il futuro

Cobat

 

(Rinnovabili.it) – Trent’anni di attività capillare nella raccolta e riciclo dei prodotti tecnologici. Trent’anni di risultati concreti e ricerche continue che hanno portato l’Italia in prima fila in uno dei più ostici settori dell’economia circolare. L’anniversario che festeggia oggi Cobat, il Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo è più di una semplice ricorrenza e i numeri del Rapporto annuale presentato stamane a Roma lo dimostrano. Unico consorzio multifiliera operante in Italia nella seconda vita dei rifiuti pericolosi e non, Cobat ha lasciato che i dati 2016 parlassero per sé. Un anno, quello passato, in cui sono stati raccolti, e quindi trattati e trasformati in nuove risorse, ben 140 milioni di rifiuti hi-tech, tra pile, accumulatori, pannelli fotovoltaici e RAEE in genere.

 

Il tutto attraverso una rete capillare di aziende che percorrono l’intero territorio italiano e che contano oggi di 70 Punti Cobat (le sezioni operative del Consorzio) e ben 26 impianti di trattamento e riciclo specializzati nel recupero di materia, gestisce l’intera filiera del rifiuto. “Il valore e la solidità del nostro modello di economia circolare” spiega Giancarlo Morandi, presidente di Cobat “sono stati riconosciuti anche dal Parlamento Europeo, dove siamo già stati invitati a raccontare la nostra storia”.

 

Dal passato al futuro, Cobat costruisce oggi il domani dell’economia circolare

Ma la forza del sistema sta anche la capacità di guardare al futuro e anticiparne i bisogni di un mercato in continua evoluzione. “Nel futuro punteremo a una stabilizzazione di segmenti già maturi, come quello delle pile e degli accumulatori, e a un potenziamento delle filiere avviate recentemente, quella dei RAEE e degli PFU, le cui prospettive di crescita sono ampie”, commenta Michele Zilla, Direttore Generale di Cobat.

 

Non solo. Il Consorzio ha lavorato assieme all’ICCOM, l’Istituto di chimica dei composti organometallici del Cnr, sul recupero delle batterie al litio. L’obiettivo era trovare una tecnologia affidabile e ambientalmente sostenibile per trattare questo tipo di rifiuti. Le batterie al litio sono infatti ormai dovunque, dalle auto elettriche agli smartphone ma le loro caratteristiche tecniche le rendono oggi difficilmente riciclabili in sicurezza, economia e rispetto dell’ecosistema. Lo studio si è appena concluso fornendo risultati particolarmente incoraggianti, tanto da condurre Cobat alla decisione di affidare un altro studio al CNR-ITIA di Milano, sotto il coordinamento del Politecnico di Milano, per la progettazione di un impianto di macinazione da cui ottenere la componente attiva degli accumulatori (“black mass”) oggetto del trattamento idro-metallurgico definito da CNR-ICCOM. Dal 2018 pertanto, il Cobat sarà in possesso di un progetto completo per la realizzazione di un impianto pilota nel quale sperimentare tecnologie di ultima generazione per il trattamento e il recupero di di queste batterie.

 

 

La raccolta e il riciclo delle pile e batterie esauste

Segmento storico del Consorzio, è divenuto da subito una piccola eccellenza italiana: il sistema Cobat, recupera e tratta oggi il 51% dell’immesso al consumo di accumulatori industriali e per veicoli e il 27% in quello delle pile e degli accumulatori portatili. Concentrando la lente solo sulle batterie al piombo, questo significa quasi 120 milioni di kg evitati alla discarica. Le regioni più virtuose? In termini assoluti Lombardia, Veneto e Campania per gli accumulatori al piombo e Veneto, Lombardia e Toscana per le pile portatili.

 

La seconda vita dei RAEE-Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche

La gestione dei RAEE, in cui rientrano anche i moduli fotovoltaici a fine vita, ha superato nel 2016 i 17 milioni di kg raccolti. Il dato è in leggera flessione rispetto all’anno precedente per la sovra-raccolta effettuata da Cobat nel 2015 nel Raggruppamento R2 (Grandi Bianchi), la quale, per necessità di compensazione ha determinato nel 2016 l’attribuzione di minori Punti di Raccolta. Significativa la raccolta dei RAEE professionali (circa 162 mila kg), svolta direttamente dal Consorzio attraverso i Punti Cobat, presso i clienti dei propri Soci.

>>Leggi anche: Riciclo del fotovoltaico, cosa succede ai pannelli a fine vita?<<

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About Author / Stefania Del Bianco

Giornalista scientifica. Da sempre appassionata di hi-tech e innovazione energetica, ha iniziato a collaborare alla testata fin dalle prime fasi progettuali, profilando le aziende di settore. Nel 2008 è entrata a far parte del team di redattori e nel 2011 è diventata coordinatrice di redazione. Negli anni ha curato anche la comunicazione e l'ufficio stampa di Rinnovabili.it. Oggi è Caporedattrice del quotidiano e, tra le altre cose, si occupa delle novità sulle rinnovabili, delle politiche energetiche e delle tematiche legate a tecnologie e mercato.