La Cina stringe ulteriormente il cappio sull’import dei rifiuti
(Rinnovabili.it) – Altro stop ai rifiuti diretti in Cina. Il ministero dell’Ecologia e dell’Ambiente di Pechino ha annunciato che la Repubblica Popolare vieterà le importazioni di 32 tipologie di rifiuti solidi, nell’ambito delle politiche mirate a limitare l’inquinamento (leggi anche La Cina inquinata chiude le frontiere ai rifiuti esteri).
Per 16 di queste tipologie, in cui sono inclusi i rottami compressi delle automobili e le navi demolite, il divieto scatterà a partire dal 31 dicembre 2018. I rimanenti 16 tipi, tra cui i rottami di acciaio inossidabile, saranno bloccati dal 31 dicembre 2019.
La mossa arriva dopo che la Cina ha già dato uno stop a 24 categorie di materiali riciclabili a partire dal 1 ° gennaio 2018 e dopo l’imposizione di standard di qualità più rigorosi su tutte le importazioni di rottami a partire dal 1 marzo 2018.
Il gigante asiatico ha iniziato a importare rifiuti solidi come fonte di materie prime già a partire dagli anni Ottanta e da tempo è il maggior importatore mondiale di materiali riciclabili. Secondo i dati delle Nazioni Unite, solo nel 2016 i Paesi industrializzati — compresi Europa, Usa e Giappone – hanno riversato nella Repubblica popolare ben 7,3 milioni di tonnellate di rifiuti plastici. Un quantitativo pari al 70% del totale raccolto e selezionato dai vari servizi di differenziata.
Oggi però, complice una nuova coscienza ambientale e la necessità di porre un freno all’inquinamento, la nazione ha deciso di eliminare gradualmente le importazioni di rifiuti solidi che possono invece essere sostituiti da risorse nazionali entro la fine del 2019.
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“L’annuncio del governo cinese avrà un impatto su sulle esportazioni di rottami USA verso la Cina per oltre 676.000 tonnellate, del valore di circa 278 milioni di dollari, nel primo anno e altre 85.000 tonnellate per oltre $ 117 milioni nel secondo anno”, ha dichiarato Robin Wiener, presidente di ISRI.