Entro il 2059, Pechino sarà il primo paese indipendente nella produzione di batterie grazie al riciclo delle materie prime critiche
L’Occidente costretto a rincorrere nel riciclo delle materie prime critiche
(Rinnovabili.it) – La Cina sarà il primo paese al mondo a diventare indipendente dalla necessità di estrarre le materie prime essenziali per le batterie. Il riciclo delle materie prime critiche crescerà infatti molto più rapidamente nel paese asiatico rispetto ad Europa e Stati Uniti.
Lo prevede uno studio dell’Università di Münster, che ha analizzato le traiettorie della domanda delle tre materie prime più importanti per le batterie. Si tratta di litio, cobalto e nichel. Gli esperti hanno valutato quando essa verrà soddisfatta interamente dal riciclo in Europa, Stati Uniti e Cina. La conclusione è che il Dragone riuscirà per primo a raggiungere l’obiettivo di un’economia circolare delle batterie, seguita dal vecchio continente e infine dagli USA.
USA e UE in ritardo di oltre un decennio rispetto alla Cina
I risultati di questo lavoro sono pubblicati su Resources, Conservation and Recycling. Nel dettaglio, mostrano che la Cina dovrebbe essere in grado di rifornirsi di litio dal riciclo dal 2059. Europa e Stati Uniti non ce la faranno invece prima del 2070. Per quanto riguarda il cobalto, si prevede che il riciclo soddisferà la domanda cinese dopo il 2045. In Europa si scala al 2052 e negli USA a non prima del 2056. Infine, per il nichel, Pechino potrà riciclerà tutto quello che gli serve dal 2046, seguita dall’Europa nel 2058 e dagli Stati Uniti dal 2064.
Si potrebbe fare anche meglio di così, dicono i ricercatori. Un tasso più rapido di elettrificazione dell’industria automobilistica potrebbe svolgere dare una spinta. Più veicoli elettrici entrano nel mercato, prima le batterie diventano disponibili in quantità per il riciclo. Inoltre, si potrebbe anche ridurre le dimensioni degli accumulatori per migliorare l’uso di materie prime seconde. Altra possibilità sarebbe evitare un utilizzo delle batterie come accumulatori stazionari, ma questo andrebbe in conflitto con altre applicazioni e tecnologie per la decarbonizzazione.