Il cemento è il 3° inquinatore globale: genera il 7,5% delle emissioni mondiali
Decarbonizzare il settore del cemento sfruttando il processo di riciclo dell’acciaio. Che impiega forni elettrici ad arco, alimentabili con energia rinnovabile. Un “miracolo assoluto”, già testato su scala industriale, per produrre cemento riciclato. Lo ha messo a punto un gruppo di ricercatori dell’università di Cambridge, che lo ha appena sperimentato presso il Materials Processing Institute di Middlesbrough. Con risultati strutturalmente migliori anche rispetto ai tentativi di produrre cemento net zero più avanzati.
Un metodo “miracoloso” per ottenere cemento riciclato
Il processo in sé è estremamente semplice, si appoggia a tecnologie esistenti e ben diffuse e non prevede il ricorso ad alcun materiale raro, costoso o di difficile approvvigionamento. Nasce da un’intuizione: il processo con cui viene riciclato oggi l’acciaio può generare anche cemento riciclato.
Il riciclo dell’acciaio avviene in forni elettrici ad arco tramite l’aggiunta di ossidi di calcio o calce viva per eliminare eventuali impurità (fosforo, zolfo, silicio). Questa frazione al termine del processo si trasforma in scorie. I ricercatori di Cambridge hanno dimostrato che è possibile sostituire la calce viva con il cemento usato ottenendo acciaio riciclato della stessa qualità e una quota di cemento riciclato. Senza costi aggiuntivi.
I ricercatori hanno testato una serie di scorie, ottenute da rifiuti di demolizione in cemento e con aggiunta di calce, allumina e silice. “Abbiamo scoperto che la combinazione di clinker di cemento”, cioè la frazione di base da cui si ottiene questo materiale, “e ossido di ferro è un’eccellente scoria per la produzione dell’acciaio perché fa schiuma e scorre bene”, spiegano i ricercatori. “E se si ottiene il giusto equilibrio e si raffreddano le scorie abbastanza rapidamente, si ottiene cemento riattivato, senza aggiungere alcun costo al processo di produzione dell’acciaio”.
L’unica differenza tra questo cemento riciclato e quello ottenuto attraverso metodi convenzionali sta nella maggior concentrazione di ossidi di ferro. Un dettaglio che non influisce però sulle prestazioni del materiale, assicurano i ricercatori. In questo modo, se i forni sono alimentati a rinnovabili, è possibile ottenere un cemento “elettrico” a emissioni zero. Con buone prospettive per la decarbonizzazione del settore, che oggi genera il 7,5% delle emissioni di gas serra globali.