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Carta da macero: il riciclo italiano è da record ma il mercato soffre

carta da macero

 

Il comparto italiano della carta da macero: i dati 2018

(Rinnovabili.it) – Non basta raggiungere l’eccellenza nel riciclo per poter garantire al Paese una solida economia circolare. Occorre anche tutelare il mercato nazionale del recupero e riconversione per assicurarsi che la materia prima seconda abbia la stessa competitività delle risorse primarie. Un esempio di quanto complessa sia questa realtà arriva direttamente dal settore della carta da macero: nel 2018 le aziende del recupero della carta hanno riciclato 6,65 milioni di tonnellate di rifiuti, dato in aumento del 2,3% rispetto all’anno precedente. Nello stesso periodo tuttavia il mercato ha frenato, facendo crollare i prezzi. A fare il punto sulla situazione è Unirima, l’Unione Nazionale Imprese Recupero e Riciclo Maceri, presentando il suo rapporto 2019.

 

Il documento fa il punto sui 600 impianti italiani ai quali vengono conferite le raccolte differenziate di carta e cartone provenienti sia dai Comuni che da attività commerciali, artigianali, industriali e terziarie per produrre, appunto, carta da macero. Il settore è una delle eccellenze nostrane: oltre la metà dei 9 milioni di tonnellate di carta prodotte in Italia lo scorso, ha utilizzato il macero come materia prima. Circa 6 milioni di tonnellate sono state raccolte e riciclate nuovamente e di queste 5,1 milioni sono finiti direttamente nelle cartiere italiane mentre il resto è stato destinato all’export.

 

Tuttavia, proprio quando il comparto ha raggiunto performance superiori agli standard europei, il valore di mercato della carta da macero ha subito un crollo. Il motivo? Il surplus di questo prodotto sui grandi mercati internazionali, provocato dalle nuove dinamiche commerciali: dalla guerra dei dazi tra USA e Cina alle nuove politiche sui rifiuti del sud est asiatico, sono stati diversi i fattori ad aver scombussolato il mondo del riciclo. Per il comparto rappresentato da Unirima, questi cambiamenti hanno significato un affossamento delle quotazioni della carta da macero il cui valore è tornato ai minimi storici come nel 2008: da gennaio 2019 a giugno 2019 il prezzo del cartone è crollato di oltre il 32 per cento.

 

Mentre per decenni le nostre imprese hanno creato valore dal recupero dei materiali e questo valore è stato distribuito nella filiera, fino al produttore del rifiuto – spiega Giuliano Tarallo Presidente di Unirima – il notevole deprezzamento che sta interessando da diversi mesi uno dei materiali cardine dell’Economia Circolare, cioè la carta, impone un cambiamento di paradigma da parte di tutti i soggetti coinvolti nella filiera ad iniziare dal produttore dei rifiuti”.

 

Non si tratta dell’unico problema con cui ha a che fare la filiera della carta. La carenza di impianti che smaltiscano gli scarti irrecuperabili ha determinato un incremento notevole dei costi di trattamento di questa parte residuale del ciclo con un impatto lungo tutta la filiera.

Per supportare adeguatamente il settore, l’Unione suggerisce di armonizzare e semplificare la normativa, limitare l’assimilazione dei rifiuti speciali ai rifiuti urbani, favorire i mercati di sbocco delle materie prime secondarie, sviluppare indicatori di performance ambientali, gestionali ed economici e, soprattutto, di emanare al più presto il decreto End of Waste carta.

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