Sverniciatura, rimozione di inquinanti, demolizione e spedizione al sud. Ecco la procedura per riciclare auto abbandonate in discarica, secondo il progetto Tundra Take-Back
(Rinnovabili) – Inviati nel gelido nord con una missione ben precisa: riciclare auto. Hanno da poco terminato il loro incarico i quattro specialisti mandati presso due comunità del Nunavut, nel Canada settentrionale, per avviare al decommissioning le auto abbandonate in discarica, spedirle al sud e riciclarle. Una vera e propria immersione nel profondo nord per portare il proprio know-how agli abitanti del luogo. Il team ha diretto i lavori necessari alla rimozione di due barili di carburante e altrettanti di olio usato, un barile e mezzo di liquido antigelo e venti interruttori a mercurio da sei veicoli.
L’iniziativa rientra nel programma Tundra Take-Back, che ha l’obiettivo di riciclare i veicoli a fine vita trovati in quelle aree periferiche dello Stato. Solitamente si tratta di automobili che contengono sostanze dannose e ingombrano spazi significativi all’interno delle discariche. Raramente vengono riciclati, a causa dei proibitivi costi di spedizione. Ma ciò che sale deve anche scendere, è stata la massima che ha mosso i quattro esperti inviati a nord. Il progetto entro cui si muovono, concordato con il governo e sposato da una ventina di partner industriali, prevede di arrivare al decommissioning di circa 250 vetture appartenute a due comunità nella zona del Nunavut.
Lo scopo alla base del Tundra Take-Back project è proteggere la qualità dell’acqua e aumentare la sensibilità locale – grazie a un coinvolgimento attivo e al trasferimento di conoscenze – per la prevenzione dell’inquinamento. Quando il team degli specialisti avrà fatto i bagagli, i cittadini del Nunavut saranno autonomi nell’estrarre fluidi e altre sostanze pericolose dalle proprie auto prima della demolizione. Dopo questo “pre-trattamento”, le carcasse delle vetture saranno spedite al sud, dove verranno trasformate in acciaio. Sverniciare, demolire e spedire veicoli dal nord al sud è stata una operazione parecchio onerosa, ammettono i promotori. Ma il progetto non si ferma: sta prendendo già di mira nuovi ammassi di carcasse in altre comunità del profondo nord.