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Biometano e compost, a che punto siamo?

CIC: “Necessario affrontare sfide impegnative, quali l’opposizione al tentativo di sottrazione di sfalci e potature dalla normativa sui rifiuti, e la lentezza dell'iter verso la valorizzazione del biometano”

https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/rapporto-rifiuti-urbani-edizione-2015

 

(Rinnovabili.it) – In italia i rifiuti organici hanno una doppia vita. Come testimoniano i numeri su raccolte e trattamenti, ogni anno  6 milioni di tonnellate di questi scarti evitano la discarica per rinascere sotto forma di compost o biometano. Ma nonostante oggi l’organico incida per il 43% di tutta la raccolta differenziata del Paese, e la dinamica di crescita continua, con un incremento della frazione umida del 9,5% in un solo anno (Rapporto rifiuti 2015 di ISPRA), per la filiera non sono tutte rose e fiori. A spiegare nodi e criticità sono gli interventi del VII Forum interregionale sul compostaggio e la digestione anaerobica, tenutosi ieri a Padova e organizzato dal CIC (consorzio italiano dei composta tori. Ed è il presidente dello stesso consorzio Alessandro Canovai  a evidenziare due degli aspetti più controversi: “l’opposizione all’estenuante ed ingiustificato tentativo di sottrazione di sfalci e potature dalla normativa sui rifiuti, e la lentezza del cammino normativo verso l’upgrading e la valorizzazione del biometano”.

 

 

Attualmente l’Italia, dati Gse, è il 3° produttore mondiale  di energia elettrica derivante da impianti di biogas agricolo e il 2° in Europa, dopo la Germania, con 1500 impianti distribuiti soprattutto nel Centro-Nord Italia. In questo contesto il biometano rappresenta l’evoluzione naturale degli impianti a biogas a fine periodo di incentivazione (15 anni) soprattutto prendendo in esame il settore dei trasporti dove risultiamo ancora ben lontani dall’obiettivo europeo: siamo al 4-5% di energie rinnovabili usate per alimentare i nostri veicoli contro i10% richiesto dalla Commissione europea.

 

Per accelerare il governo ha messo mano alla normativa come ricorda Massimo Centemero, direttore del CIC: le novità introdotte dalle normative emanate o in fase di elaborazione in Italia e in Europa (Collegato Ambientale, pacchetto sull’Economia Circolare, bozza di nuovo Regolamento CE sui fertilizzanti) coniugano l’esigenza di avanzare proposte incisive da parte del settore con quella di riprendere e rilanciare con forza alcuni dei temi approfonditi dal CIC negli anni, a supporto del riciclo del rifiuto organico e della valorizzazione del recupero di materia. Tra le proposte, Centemero cita la certificazione della filiera del “biorifiuto” ed un suo adeguato aiuto economico, che il CIC sostiene a Bruxelles attraverso la collaborazione ed in sinergia con European Compost Network.
“Dopo 25 anni di storia” dice Centemero “il CIC è pronto ad accogliere nuove sfide e stimola le aziende, gli impianti di compostaggio e di biogas ad assumere connotazioni innovativeLe aziende nel loro insieme costituiscono un gigantesca bioraffineria fatta di produzione di fertilizzanti (organici, organo-minerali, substrati, ecc.) fatta diproduzione di biometano (se gli eventi normativi ce lo consentono) e fatta di ricerca di nuovi prodotti da valorizzare a livello industriale a partire dal rifiuto organico”.