Un sistema robotico avanzato di stampa 3D ha prodotto lo scafo in monoscocca
(Rinnovabili.it) – Le barche a vela rappresentano il mezzo ecologico per eccellenza quando si tratta di spostarsi sull’acqua. Eppure il mercato sta rapidamente espandendo la propria attenzione alla sostenibilità con un approccio che va ben oltre le semplici emissioni dirette. Lo dimostra Beluga, la prima barca a vela stampata in 3D con materiale plastico riciclato. Il progetto, unico nel suo genere, è firmato da Caracol, la startup della manifattura digitale, e NextChem, società di Maire Tecnimont per le tecnologie della Chimica verde e della Transizione energetica.
I partner hanno unito le rispettive competenze e know-how per realizzare un nuovo prodotto sostenibile dedicato alla nautica da diporto. Beluga ha fatto il suo debutto al Fuorisalone di Milano, in occasione della Milano Design Week 2021, offrendo un limpido esempio di come le tecnologie di produzione additiva possano collaborare con quelle dell’economia circolare. Simbolo di innovazione e ripartenza, la barca a vela stampata nasce dal materiale riciclato MyReplast™, il marchio NextChem portabandiera dell’upcycling.
L’azienda è infatti proprietaria di una tecnologia che trasforma i rifiuti di plastica in nuovi prodotti con caratteristiche meccaniche e chimico-fisiche così elevate da poter sostituire polimeri vergini di origine fossile. La tecnologia – una sapiente combinazione tra riciclo meccanico e processo chimico – è caratterizzata da elevata flessibilità, alta efficienza e un’ottima qualità del prodotto finale. Ma soprattutto restituisce un composto utilizzabile con successo nella produzione di componenti avanzati che hanno requisiti di performance elevati.
A dare forma ai granuli MyReplast™, la tecnologia di stampa 3D di Caracol, in grado di migliorare l’efficienza di alcuni processi produttivi e allo stesso tempo fornire una soluzione sostenibile e rispettosa per l’ambiente. I metodi costruttivi tradizionali per la produzione di barche a vela richiedono solitamente l’uso di stampi, producono scarti, e utilizzano materiali come la vetroresina che faticano ancora a trovare metodi di riciclo efficaci. Per Beluga, invece, si è cambiato approccio. Attraverso il suo Additive Manufacturing robotico, Caracol ha prodotto lo scafo della barca in monoscocca. Questo sistema lavora con un estrusore brevettato dall’azienda e un braccio robotico a 6-assi, generando vantaggi significativi in termini di costi, sostenibilità, lead time produttiva e performance.
L’imbarcazione rimarrà esposta fino al 10 settembre in una location nel cuore dell’Isola Design District, in Via Angelo della Pergola 11/4, dove durante la settimana diversi ospiti racconteranno il progetto e i diversi temi legati al progetto: dall’innovazione in ambito manifatturiero alla circular economy e il recupero della plastica.