Arriva dalla Svezia il primo macchinario in grado di imparare come distinguere le pile fra loro e ottimizzare la differenziata
Il prototipo è stato realizzato grazie alla proficua collaborazione dell’ateneo di Göteborg e la Chalmers University of Technology, entrambi in Svezia e un dispositivo già funzionante è in questi giorni all’opera nel regno Unito dove si occupa dello smistamento di un terzo di batterie riciclate del paese. Il risultato della ricerca svedese è una macchina che utilizza il riconoscimento ottico computerizzato per ordinare fino a dieci batterie al secondo. L’ordinamento viene reso possibile dalla cosiddetta “rete neurale”, che può essere considerata quasi al pari di un sistema nervoso artificiale. Proprio come un cervello umano, infatti, questa rete deve essere addestrata a compiere uno specifico lavoro e, in questo caso, è stata istruita a riconoscere circa 2.000 tipi diversi di batterie attraverso foto delle pile stesse prese da tutte le angolazioni possibili.
Tramite una telecamera, la macchina identifica le batterie nel giro di pochi millisecondi confrontando la foto fatta sul momento con le quelle scattate in precedenza; una volta identificate, sono separate in contenitori diversi a seconda del contenuto chimico. “Per ogni singola pila, il sistema memorizza e dà informazioni su, ad esempio marca, modello e tipo, fornendo inoltre una statistica dettagliata di ciò che viene ordinato”, afferma Hans-Eric Melin ceo della società che ha sviluppato la macchina. Il passo successivo? Sperimentare “l’intelligenza artificiale” anche con altri tipi di rifiuti.