Con il progetto Batteries 2020 l'Europa punta a diventare un pioniere nel miglioramento delle batterie impiegate nei veicoli elettrici e nel loro reimpiego una volta giunte a fine vita
La ricerca alla base di Batteries 2020, infatti, mira da una parte ad aumentare il valore residuo e la durata delle batterie, agendo sull’ottimizzazione chimica e il corretto dimensionamento attraverso precise strategie di controllo, dall’altra a individuare un loro possibile reimpiego. Per quanto riguarda il primo filone, i vari partners si muovono per cercare di raddoppiare la vita utile delle batterie rispetto a quelle attualmente presenti sul mercato; in merito al secondo filone, invece, gli sforzi convergono verso l’individuazione di possibili reimpieghi, soprattutto come accumulatori. Attualmente, dopo al massimo 5 anni di attività, le batterie dei veicoli elettrici non sono più impiegabili in un ambiente “impegnativo” come quello rappresentato dall’automobile e devono essere sostituite pur mantenendo l’80% della loro capacità di carica e scarica. Attraverso il miglioramento dell’intera catena del valore, invece, esse possono però essere recuperate per iniziare una seconda vita ed essere impiegate come accumulatori per le energie rinnovabili.
Si tratta di un progetto con cui l’Europa spera di diventare un pioniere nello sfruttamento del potenziale posseduto dalle batterie rottamate. Con un budget di 8 milioni di euro, in parte finanziato dall’Unione europea, e la competitività dei partner coinvolti, le prospettive che la ricerca vada a buon fine sono realistiche.
“Non vediamo l’ora di collaborare con la squadra messa in piedi da Batteries 2020 – ha detto il Presidente di EUROBAT, Alfons Westgeest – e lavoreremo per la messa a punto di batterie competitive in tutta Europa”.