(Rinnovabili.it) – Quando non sono più in grado di spingere un’auto elettrica, le batterie al litio non devono essere gettate via. Lo sostiene uno studio dell’Università di Waterloo: il team di ricercatori ha ribadito che gli accumulatori “esausti” possono essere riutilizzati come batterie stazionarie per lo stoccaggio di elettricità, al fine di alimentare abitazioni ed edifici per molto tempo.
Il riuso delle batterie dell’auto elettrica ha infatti un impatto significativo e positivo sull’ambiente in termini di minori emissioni prodotte. Addirittura, secondo i ricercatori di Waterloo, permetterebbero di risparmiare più CO2 che non se venissero immediatamente smontate e riciclate.
Per arrivare a questa tesi, gli esperti hanno fatto un esperimento. Hanno utilizzato le batterie al litio per alimentare un magazzino con illuminazione, refrigerazione e altri apparecchi elettrici.
Le batterie sono state in grado di accumulare energia durante i periodi off-peak, per scaricarla durante il giorno. Grazie a questa modalità di funzionamento, il risparmio può diventare anche economico se l’accumulo prevede una strategia di lungo termine. E le batterie al litio esauste la consentono, secondo l’università: le stime dicono che le potranno svolgere la loro funzione originaria dentro un’auto per circa 8 anni, ma poi la loro vita può estendersi per altri 12 se utilizzate in sistemi a bassa intensità.
Se il riciclo di questi accumulatori, per poi costruire nuove batterie, raccoglie molto interesse, anche per lo stoccaggio tramite riuso l’appeal comincia a crescere.
BMW, ad esempio, sta collaborando con Bosch e Vattenfall per costruire un prototipo di impianto per l’accumulo dell’energia in Germania, utilizzando batterie principalmente ricavate dalla rottamazione di auto elettriche.
Grazie ad impianti come questi, si possono utilizzare al massimo del loro potenziale le fonti di energia rinnovabile, che altrimenti avrebbero qualche problema di discontinuità. Le batterie possono immagazzinare energia elettrica nelle ore di punta per l’eolico e il fotovoltaico, e poi rilasciarla nei periodi di bassa produzione.