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Batterie esauste? Per riciclarle sono sufficienti acqua ed olio cucina

Riciclo batterie? Sono sufficienti acqua ed olio cucina
Fonte Freepik

Sono sufficienti acqua e banale olio da cucina per estrarre quei metalli sempre più preziosi dalle batterie esauste. Non è una fake news quella che viene dai laboratori dell’Università di Leicester dove un team di scienziati ha sviluppato una tecnica di estrazione, in attesa di brevetto, che consente di purificare con un’operazione di pochi minuti ed a bassa temperatura, (quindi di avviare al riciclo) direttamente la massa nera delle batterie agli ioni di litio, che come è noto è una miscela di basso valore composta da anodo, catodo e altri materiali.

Miliardi di batterie esauste da riciclare

L’uso di batterie per veicoli elettrici e per accumulo di energia è un futuro sostenibile solo se il percorso di riciclo è ecologico ed efficiente, visto che a livello globale, si stima che ci siano 40 milioni di veicoli elettrici dotati di batterie e circa 10 miliardi di telefoni cellulari, laptop e tablet attivi in ​​tutto il mondo, alimentati da batterie agli ioni di litio.

Gli inglesi Andy Abbott e Jake Yang hanno sviluppato e pubblicato un metodo di grande innovazione, all’interno del progetto ReLiB della Faraday Institution, che consente di recuperare preziosi ossidi metallici da batterie frantumate, utilizzando nanoemulsioni di olio da cucina e acqua. Allora, anche i bambini sanno che questi due liquidi non si mescolano spontaneamente, se non si aggiunge del sapone, ma la ricerca inglese ha dimostrato che l’uso degli ultrasuoni può creare nano-gocce di olio che rimangono stabili per settimane.

Gocce di olio che agiscono come colla

E sono proprio queste composizioni liquide a purificare i rifiuti di batterie comunemente noti come black mass, che contiene una miscela di carbonio (grafite) e ossidi metallici di litio, nichel e cobalto, a cui si attaccano queste nano-gocce di olio che agiscono come una sorta di “colla” che lega le particelle di grafite per formare conglomerati di olio-grafite che galleggiano sull’acqua, lasciando intatti i preziosi ossidi metallici di litio. Dopodiché il conglomerato può essere rimosso lasciando ossidi metallici puri.

Tecnica ecologica e sostenibile

Insomma una vera e propria magia, considerando che miliardi di batterie vengono utilizzate in tutto il mondo e se si scoprisse un metodo di riciclaggio più economico e sostenibile, sarebbe il modo giusto per favorire il passaggio alle tecnologie verdi. Infatti, le attuali tecniche di riciclaggio, per bruciare la grafite, che non serve, fanno ricorso ad alte temperature in forno, aumentando l’impronta di CO2, oltre ad acidi corrosivi concentrati. Un danno enorme in termini di sostenibilità.

Invece la tecnica di emulsione sviluppata da Leicester consente il riciclo a ciclo corto delle batterie agli ioni di litio e consente la rigenerazione del materiale recuperato direttamente in nuove celle di batteria, a differenza dei metodi piro/idrometallurgici. Questo metodo rapido, semplice ed economico potrebbe rivoluzionare il modo in cui le batterie vengono riciclate su larga scala. Ora speriamo di lavorare con una serie di stakeholder per ampliare questa tecnologia e creare un’economia circolare per le batterie agli ioni di litio“, ha considerato Jake Yang della University of Leicester School of Chemistry.

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