Rinnovabili

L’Italia investe nella nuova generazione di batterie dagli scarti organici

batterie dagli scarti organici
Foto di Joshua Hoehne su Unsplash

Studiare le prestazioni elettrochimiche delle batterie dagli scarti organici apre all’innovazione nel settore

(Rinnovabili.it) – Una nuova generazione di batterie dagli scarti organici è in fase di sviluppo grazie a una partnership tutta italiana. Il progetto si chiama ORANGEES, è finanziato con 4 milioni di euro e guidato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche italiano in collaborazione con ENEA, l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), il Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali, Ricerca sul Sistema Energetico (RSE) e Standex International Corp. La cordata si propone di sviluppare una nuova generazione di batterie più ecologiche

“L’iniziativa mira a contribuire al raggiungimento degli obiettivi energetici europei e nazionali, promuovendo innovazione, sostenibilità e nuovi business nei settori emergenti della catena del valore delle batterie”, spiega l’ENEA in una nota.

Dai fichi d’india alla cheratina, come cambiano le batterie 

Le attività di ricerca si concentrano su materiali avanzati, ibridi e organici ottenuti da scarti dell’industria agroalimentare. Tra questi, in particolare, caseina, siero del latte, cheratina, fico d’India e cellulosa. L’obiettivo è confermare la possibilità di sfruttare le prestazioni elettrochimiche dei materiali e validare la loro sostenibilità ambientale. Infatti, integrarli nel processo produttivo ridurrebbe l’uso di componenti inorganici critici come litio e cobalto. I materiali organici più promettenti saranno selezionati dall’ENEA e successivamente analizzati attraverso simulazioni al computer, analisi del ciclo di vita e test in collaborazione con Standex International, per valutare le prestazioni elettrochimiche finali.

Il progetto prevede cinque linee di ricerca, di cui tre dedicate alle attività sperimentali sui materiali delle batterie e supercondensatori. La prima linea mira a realizzare componenti ibridi per abbassare i costi, migliorare le prestazioni di accumulo e aumentare la sicurezza. La seconda si concentra su composti organici come sostituti nei sistemi di accumulo, mantenendo le performance e riducendo l’impatto ambientale. La terza linea esplora materiali organici da scarti industriali per soluzioni green provenienti da processi di economia circolare.

Exit mobile version