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Le batterie al piombo non devono rispettare la direttiva

Le batterie al piombo non devono rispettare la direttiva-300(Rinnovabili.it) – La competizione delle batterie al litio non basta a scalfire il primato delle batterie al piombo. È quanto emerso dalla conferenza della Associazione internazionale piombo (ILA), tenutasi ad Edimburgo dal 9 al 12 settembre. Un’occasione per fare il punto sull’industria degli accumulatori, analizzare le preoccupazioni per la possibile concorrenza delle nuove tecnologie e per il progressivo calo delle riserve di piombo. Crucci senza solide basi, secondo i relatori. Passi avanti nel campo delle batterie a ioni di litio sono stati fatti e continueranno a farsi, è vero, ma con una tale lentezza da non rappresentare una minaccia per l’industria, che non ha proprio la smania di migliorare la propria impronta ecologica.

 

Il quadro è questo e, se pure le scoperte nel settore del litio sono spesso presentate a suon di fanfara, non significa che stiamo per assistere alla svolta. Gli alti costi, il timore per la sicurezza di questa tecnologia e il lento progresso della ricerca sta frenando la trasformazione. Entro il 2016 il mercato degli accumulatori raggiungerà il valore di 10 miliardi di dollari, in crescita rispetto agli 8,6 del 2013, con un possibile aumento della domanda di piombo. Ad oggi le batterie che utilizzano questo materiale muovono un miliardo di veicoli in tutto il mondo. Ecco perché Andy Bush, direttore generale ILA, non ha perso tempo nel mandare un messaggio esplicito all’Unione europea: «Gli accumulatori al piombo devono beneficiare di una lunga esenzione dal divieto contenuto nella direttiva europea sui veicoli a fine vita (Elv). Solo così sarà possibile garantire continuità agli investimenti in questa industria».

 

Nel 2015, infatti, va in scadenza l’esonero di cui i produttori hanno goduto fino ad oggi, e la lobby preme perché esso sia rinnovato. A dire il vero, tutti sono certi che la cosa andrà “nel migliore dei modi”, ma Bush non si accontenta e mette l’accento sulla durata di questa esenzione: «La mia preoccupazione più grande non riguarda la proroga o meno, ma la sua estensione temporale».

Un fattore che rende il piombo ancora e per molto la tecnologia vincente, secondo il direttore generale dell’ILA , è la sua riciclabilità. «Negli Stati Uniti, ad esempio, il Battery Council International stima che il 98 per cento degli accumulatori al piombo subisce un processo di riciclo. Se comparato al 55 per cento dell’alluminio, il 45 dei giornali  o il 26 per cento di bottiglie in vetro e pneumatici è chiaro che si tratta del materiale più riciclato. Anche in Europa le stime sono alte, intorno al 95 per cento».

 

Inoltre si tratta di un elemento che dopo il processo di riciclo non perde di qualità. Poco importa ad Andy Bush che il piombo debba la sua fortuna ai combustibili fossili: lo ritiene un materiale sostenibile e da incentivare.

«Invece, a dispetto del successo dell’industria, il piombo deve fronteggiare sempre nuove minacce, non ultima delle quali quella dei regolamenti. I benefici sociali derivanti dall’uso di questo materiale vanno ben al di là del riciclo, e includono il taglio di emissioni di CO2 grazie ai veicoli ibridi e al sistema start and stop. Tuttavia, questi meriti vengono raramente riconosciuti. Le regole continuano a proliferare in maniera sproporzionata rispetto ai rischi, con ricadute sulla competitività dell’industria e dei suoi mercati».

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