(Rinnovabili.it) – Un consorzio francese guidato dalla azienda di costruzioni Bouygues ha sviluppato un sistema di carica per auto elettriche basato sull’impiego di batterie al litio usate. Queste basterebbero a soddisfare la domanda di energia di più veicoli messi in carica contemporaneamente. Una tipica stazione ha di solito 4-5 spine per il caricamento, ma in futuro potrebbe essere insufficiente. Basta immaginare una azienda o un’istituzione, presso cui ogni mattina dozzine di impiegati vengono a lavorare con un’auto elettrica. Se tutti mettessero in carica il proprio veicolo allo stesso tempo, la cosa metterebbe a dura prova la rete elettrica dell’edificio, costringendolo ad aggiornare gli impianti.
La risposta del gruppo di aziende che ha pensato all’utilizzo di accumulatori esausti si basa su un calcolo: assemblandoli e rendendoli in grado di assorbire energia durante la notte, potranno servire a caricare i veicoli durante il giorno. La stazione di ricarica adotterà batterie agli ioni di litio marcate Renault, che è parte del gruppo di aziende sviluppatrici del progetto. Renault infatti vende anche auto elettriche, ma le batterie sono in affitto, cosa che permette alla compagnia di gestire quasi 50 mila pezzi l’anno di quattro diversi modelli.
Eppure viene da domandarsi come mai delle batterie esauste dovrebbero essere ancora in grado di rendersi utili. La risposta è che una volta perso il 20/25% della capacità di ricarica, esse non vengono più utilizzate sulle auto, ma hanno ancora sufficiente energia per venire installate in una cosiddetta “power station”.
Il progetto ha un budget di 13 milioni di euro, è stato testato in due siti pilota e il gruppo ha intenzione di venderlo a palazzi di uffici, compagnie di parcheggi, campus universitari e altri siti in cui potrebbe sostare un buon numero di auto elettriche.
Ma quanto costerà il sistema? Non è dato saperlo, o almeno non ancora: «È troppo presto per dirlo – alimenta il mistero Servan Lacire, direttore direttore della Bouygues Energy and Services – Ma in un anno avremo un’offerta commerciale».