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Barcellona: l’arte degli pneumatici fuori uso

Riqualificare i “non luoghi” della città e contemporaneamente lanciare un messaggio ambientalista, il tutto utilizzando solo pneumatici fuori uso

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(Rinnovabilil.it) – Milioni di pneumatici fuori uso languono nelle discariche di tutto il mondo, e oltre alla tecnologia per il riciclo a volte serve il supporto della creatività. È così che un collettivo di artisti con base a Barcellona ha deciso di riutilizzare i pfu trasformandoli in installazioni di arte urbana e arricchendo il messaggio dell’educazione e sensibilizzazione ambientale di un contenuto culturale. Tre di loro in particolare, Octavi Serra, Iago Buceta e Mateu Targa, hanno dato vita al progetto Pneumàtic, realizzato attraverso una serie di installazioni che utilizzano gomme di recupero. Gli artisti hanno aderito con l’iniziativa al festival dell’arte di strada chiamato “Us Barcelona”, che ha lo scopo di ridare smalto alle zone più fatiscenti della città.

Luogo in cui il progetto Pneumàtic ha preso piede è il trascurato “Tomato District”: qui gli pneumatici fuori uso sono stati come inglobati da pareti, scale, rampe, modificando lo spazio urbano nel tentativo di ridare senso a quello che si poteva considerare un “non luogo”.

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Abilmente integrati in un paesaggio urbano concreto, questi interventi strategicamente progettati creano un senso di stupore nei visitatori, e rinnovano l’interesse per aree della città che altrimenti avrebbero rischiato di cadere nel dimenticatoio. Senza contare che, per quanto limitatamente, contribuiscono a evitare che materiali potenzialmente pericolosi vengano “parcheggiati” in discarica a tempo indeterminato.

L’iniziativa del collettivo catalano è una delle ultime manifestazioni pratiche di una sensibilità ambientale che nelle grandi città del mondo sta emergendo sempre più prepotentemente. E le installazioni artistiche rappresentano un vettore importante del contenuto culturale, che permette a temi spesso distanti dalla vita quotidiana di colpire la sensibilità di molte persone. Un lavoro di educazione ambientale che parta, come si suol dire, “dal basso”, contempla anche e forse soprattutto questo genere di forme della comunicazione. Grazie al fatto che incidono direttamente sullo spazio presidiato dai cittadini, riescono a dare forma ad un messaggio sintetico ma efficace, percepibile da tutta l’opinione pubblica.