(Rinnovabili.it) – Spingere sullo sviluppo e il potenziamento del modello economico circolare, incrementando innovazione e ricerca. Questo il cuore dei nuovi Bandi economia circolare, firmati ieri dal ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti e pubblicati sul sito web del Dicastero. Anticipando quanto sarà chiesto all’Italia e agli altri stati membri con il pacchetto di norme europee sul tema, il ministero ha stanziato nuovi finanziamenti dedicati alle tecnologie di recupero e riciclo dei rifiuti: 2,1 milioni di euro in tutto, spartiti equamente tra i due bandi economia circolare.
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“L’Italia – afferma Galletti – ha già accettato la sfida dell’economia circolare, nel contesto del forte impegno continentale che si sta concretizzando nel Pacchetto europeo sulla ‘Circular Economy’: proprio per questo abbiamo bisogno di lavorare sull’innovazione e soprattutto in quei terreni nei quali c’è più bisogno di elevare le performance ambientali”. E non sarà ovviamente solo l’ambiente a beneficiarne: uno studio realizzato dalla società di consulenza McKinsey, ha rivelato che, in Europa, il modello circolare è in grado di generare un beneficio economico di circa 1.800 miliardi di euro entro il 2030, può dando una poderosa una spinta al PIL di circa sette punti percentuali addizionali.
Cosa prevedono i nuovi bandi economia circolare
L’iniziativa, come spiega lo stesso ministero in una breve nota stampa, è finalizzata alla prevenzione e riduzione degli impatti negativi derivanti dalla gestione di alcune particolari categorie dei rifiuti. Degli oltre due milioni di euro stanziati, 900 mila euro sono destinati al cofinanziamento di progetti di ricerca per lo sviluppo di nuove tecnologie di recupero, riciclaggio e trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE). Si tratta di un settore in cui l’Italia possiede già un ottimo posizionamento all’interno della scala Europea: con ben il 99% delle quantità raccolte avviate a riciclo e riutilizzo, siamo terzi dopo Germania e Francia. Riuscire a incrementare le tecnologie di recupero, significa quindi non solo tagliare una delle voci più importanti nei costi del trattamento dei RAEE, ma anche consolidare la performance nazionale.
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Il secondo bando, da 1,2 milioni, si rivolge invece a quelle categorie di rifiuti non servite dai consorzi di filiera e all’ecodesign, inteso come una progettazione studiata per facilitare l’industria dello smontaggio, la separazione delle singole componenti e l’avvio al riciclo delle matrici ambientali dei singoli prodotti.
I progetti finanziati dovranno essere caratterizzati da elevata replicabilità e dalla possibilità di un rapido trasferimento dei risultati all’industria per l’attuazione degli interventi.
“Apriamo – conclude Galletti – questa opportunità al settore pubblico e ai privati, contando di ricevere un grande riscontro e ottime idee per il nostro Paese”.