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Aftermarket automobilistico: COOU torna ad Autopromotec

Innovazione nel settore dell’automotive e sviluppi dell’aftermarket automobilistico: questi i temi portanti di Autopromotec, la rassegna espositiva specializzata nell’assistenza all’industria dell’automotive, in programma a Bologna a partire da domani fino a domenica 26 maggio. Grande attesa, dunque, per l’apertura delle porte al pubblico dei visitatori che, accedendo al Quartiere Fieristico all’interno del quale è stata allestita la manifestazione, avranno la possibilità di conoscere da vicino la realtà del Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati (COOU), presente per la seconda volta alla Biennale e quest’anno raggiungibile al Padiglione 18, Stand A 62. “Tutti insieme per difendere l’ambiente” è lo slogan scelto per questa edizione della Fiera dal Consorzio, una realtà che raggruppa 71 aziende di raccolta su tutto il territorio nazionale e ben 70.000 autoriparatori, tutti soggetti impegnati attivamente per diffondere una corretta informazione sul ciclo di vita dell’olio esausto e sulle buone pratiche di gestione per questo rifiuto-risorsa molto particolare.

 

«Confermiamo la nostra presenza a questa rassegna – dichiara il direttore Strategie, Comunicazione e Sistemi del Consorzio, Antonio Mastrostefano – perché il mondo degli autoriparatori, che insieme alle nostre aziende di raccolta si trova a gestire quotidianamente questo rifiuto pericoloso, è fondamentale per garantire la corretta gestione dell’olio usato e per evitarne la dispersione nell’ambiente».

 

L’obiettivo è infatti quello di poter venire a contatto con gli operatori del settore per migliorare gli ambiti di collaborazione tra i vari attori coinvolti, soprattutto quelli che si occupano dei rifiuti provenienti dalle automobili, ed evitare spiacevoli inconvenienti legati ad una scarsa conoscenza della materia.

 

«Da diversi anni – aggiunge Mastrostefano – consigliamo ai cittadini di effettuare il cambio olio delle proprie automobili presso le autofficine: questo perché proprio nel “fai da te” si nasconde una buona parte di quella piccola percentuale di olio usato che ancora non riusciamo a recuperare, mentre i professionisti del settore assicurano con la loro esperienza il suo corretto smaltimento, conferendolo alle nostre aziende di raccolta».

 

Le conseguenze determinate da comportamenti improvvisati nella gestione del rifiuto “olio esausto”, infatti, sono estremamente dannose soprattutto dal punto di vista ambientale: «Quattro chilogrammi circa di olio, pari al cambio di un’auto – spiega Mastrostefano – se versati in mare possono coprire una superficie grande quanto un campo di calcio». I dati diffusi dal Consorzio parlano di 177.000 tonnellate recuperate nel 2012, di cui il 90% è stato avviato alla rigenerazione, il processo grazie al quale l’olio esausto recuperato viene opportunamente trattato per tornare a nuova vita con le stesse caratteristiche che lo avevano caratterizzato prima dell’usura.

 

«Pochi sanno – conclude Mastrostefano – che in Italia il 25% degli oli lubrificanti in commercio deriva da basi lubrificanti rigenerate. Con il nostro lavoro salviamo l’ambiente e al contempo aiutiamo il Paese a risparmiare nelle importazioni di petrolio».

 

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