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675 comuni non fanno ancora la raccolta differenziata dell’organico

raccolta differenziata dell'organico
Foto di Patricia Valério su Unsplash

L’allarme dei compostatori richiama il governo sulla raccolta differenziata dell’organico

Siamo nel 2024 e in 675 comuni Italiani, pari a un milione di abitanti, non c’è ancora una raccolta differenziata dell’organico. Se da un lato siamo i leader in Europa per la raccolta di questa frazione dei rifiuti, è altrettanto vero che ci eravamo dati un obbligo su tutto il territorio nel 2022. E quell’obbligo non è stato rispettato a due anni di distanza. Anche quando la raccolta è presente, però, ci sono problemi di qualità.

Per questo il Consorzio Italiano Compostatori (CIC) ha voluto accendere un faro sul tema. In un recente evento organizzato a Roma, il gruppo ha discusso del sistema industriale del riciclo organico, con la produzione di compost e biometano. Considerato un settore chiave per l’economia circolare, dev’essere curato e promosso adeguatamente.

Lella Miccolis, presidente del CIC, ha fornito le cifre: “In Italia, nel 2022, sono state raccolte 7,25 milioni di tonnellate di rifiuti organici, ovvero più del 40% di tutta la raccolta differenziata. Tuttavia, non bisogna abbassare la guardia: è necessario continuare a lavorare per implementare la raccolta differenziata dove manchevole e ottimizzarla dove insufficiente”.

Il CIC sottolinea anche la criticità della quantità della raccolta della frazione umida, che negli ultimi anni ha rallentato fortemente la crescita. Inoltre, in 853 comuni la raccolta non raggiunge i 50 kg per abitante all’anno, evidenziando ampi margini di miglioramento.

Per quanto riguarda la qualità, il Consorzio ha rilevato un calo della purezza merceologica, scesa dal 93,8% del 2022 al 92,9%. La frazione umida raccolta presenta una percentuale di materiali impropri pari al 7,1%, collocandola nella classe di qualità B. Tra le cause di questo calo, spicca l’uso di sacchetti non compostabili, nonostante il divieto.

Il CIC ribadisce l’urgenza di estendere la raccolta differenziata su tutto il territorio nazionale, come previsto dalla Direttiva quadro rifiuti. Ottimizzare le raccolte dove le intercettazioni risultano più basse è un altro passo consigliato. L’obiettivo, infatti, è raggiungere una raccolta di almeno 150 kg per abitante all’anno, come già accade in alcuni comuni italiani.

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