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L’economia circolare non teme la crisi, 1,4mln tonn raccolte di imballaggi in plastica

I dati di Corepla. Nel 2020 c'è stato un aumento del 4%. E il divario tra le regioni è diminuito. La media nazionale è di 23,7 kg a testa, le prime della classe sono Valle d'Aosta, Umbria e Sardegna. La riduzione dei consumi di materie plastiche è stata però "relativamente contenuta" per via della "consistente crescita del settore medicale" e del "deciso rilancio dell'alimentare confezionato"

imballaggi in plastica
via depositphotos.com

di Tommaso Tetro

(Rinnovabili.it) – Un altro pezzo di economia circolare che non teme la crisi. La raccolta della plastica non ha risentito degli effetti dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Infatti – secondo i dati di Corepla (il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica), diffusi nel corso dell’assemblea – la differenziata degli imballaggi in plastica è cresciuta anche nel 2020; tanto che quella conferita ai centri di selezione è stata pari a 1.433.203 tonnellate, con un aumento del 4% rispetto all’anno precedente. 

A fronte di 1.914.000 tonnellate di imballaggi in plastica immesse sul mercato (di pertinenza Corepla) nel 2020, il sistema in totale è riuscito a recuperarne 1.820.270, che corrisponde al 95%; “un dato che porta l’Italia sul podio dei paesi europei più virtuosi”. Lo scorso anno sono state riciclate 655.393 tonnellate di imballaggi in plastica. Alle cifre della gestione del Consorzio, bisogna aggiungere gli imballaggi in plastica riciclati da operatori industriali indipendenti provenienti dalle attività commerciali e industriali pari a 249.500 tonnellate, per un riciclo complessivo di oltre 900mila tonnellate.

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Si tratta – viene spiegato – di un anno in cui “i risultati sono più omogenei tra le regioni”. E anche di “un nuovo record in termini di quantità trattata”, che fa registrare all’Italia “una media di 23,7 chilogrammi pro-capite all’anno”. A guidare la classifica Valle d’Aosta, Umbria e Sardegna, con oltre 32 kg per abitante. In evidenza il fatto che i risultati della raccolta delle singole regioni si stanno, tra l’altro, sempre più avvicinando al dato medio nazionale, “superando gli enormi divari che fino a tre anni fa caratterizzavano la situazione italiana”.

Il servizio di raccolta e riciclo è “ormai capillare in tutto il Paese: sono 7.436 i Comuni serviti (94%) con il coinvolgimento del 97% dei cittadini. Il valore economico direttamente distribuito dal Consorzio ammonta complessivamente a 771 milioni. Nel 2020 il corrispettivo riconosciuto ai Comuni italiani o ai loro operatori delegati ha raggiunto 391 milioni. Quasi 173 milioni sono stati destinati agli impianti che selezionano gli imballaggi”.

Sono stati recuperati poi anche quegli imballaggi che ancora non possono essere riciclati; Corepla ha avviato a recupero energetico 377.807 tonnellate che sono state utilizzate per produrre energia al posto di combustibili fossili (per il 75% a cementifici, il 43% in Italia e il 32% all’estero, e per il restante 25% a termovalorizzazione).

Ma a cercare bene, un impatto del Covid si registra anche qui. La riduzione dei consumi di materie plastiche nel 2020 è stata infatti “nel complesso relativamente contenuta” per via della “consistente crescita del settore medicale e di quello della disinfezione e detergenza”, e del “deciso rilancio dell’alimentare confezionato”.

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“I risultati di questo bilancio – osserva Giorgio Quagliuolo, presidente di Corepla – dimostrano i passi avanti che il nostro Paese ha compiuto nell’ambito della organizzazione di un sistema di raccolta e riciclo degli imballaggi in plastica. Siamo convinti che negli anni a venire, anche in funzione dei nuovi piani di rilancio e resilienza e di una politica economica più improntata ai principi della transizione ecologica, sapremo offrire risposte adeguate agli ambiziosi target”.