Questa la richiesta del ministro dell’Ambiente Sergio Costa al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che conterrà i progetti su cui investire le risorse europee del Recovery fund. “Vogliamo costruire una visione in cui è il sistema ‘Ambiente’ a trainare tutto il resto”. Siglata intesa con ministero dello Sviluppo economico e Invitalia per accelerare la filiera, e nello specifico gli ‘End of waste’: significa “riconoscere che l’economia circolare è la vera soluzione”
di Tommaso Tetro
(Rinnovabili.it) – Nel Recovery plan c’è anche un pacchetto di proposte da 4,5 miliardi per l’economia circolare. E’ la richiesta del ministro dell’Ambiente Sergio Costa al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) che conterrà i progetti su cui investire le risorse europee del Recovery fund. E stando così le cose potrebbe rendere l’Italia un ‘hub’ della nuova economia che non spreca le risorse ma che, anzi, le riusa e reimmette nel processo produttivo.
“Vogliamo costruire una visione in cui è il sistema ‘Ambiente’ a trainare tutto il resto”, afferma Costa nel corso del suo intervento al convegno on-line per la presentazione del rapporto ‘Rifiuti urbani’ dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra): “Non è soltanto una questione di transizione energetica, ma di transizione ecologica. La transizione ecologica vuol dire che tutto il mondo dei rifiuti, dei cittadini e delle famiglie nel campo del sistema della gestione del rifiuto cambia e deve cambiare. Ho chiesto – aggiunge – una forte spinta sull’impiantistica”, in particolare per il Sud Italia che è “povera” di impianti. E ai 4,5 miliardi si potrà aggiungere un altro miliardo per il compostaggio territoriale, e la partecipazione attiva dei cittadini. Infatti, osserva Costa, “non sono molto interessato a progetti megagalattici, che non risolvono le questioni italiane ma servono a qualcuno per risolvere le proprie quotazioni in Borsa”.
Il ministro annuncia anche la sigla di un’intesa che servirà ad accelerare proprio la filiera dell’economia circolare, e nello specifico “tutta la strutturazione dei nuovi Criteri ambientali minimi (Cam) e gli ‘End of waste’: abbiamo firmato una convenzione tra ministero dell’Ambiente, ministero dello Sviluppo economico e Invitalia”; questo significa “riconoscere che l’economia circolare è il motore dello sviluppo economico”; e significa riconoscerlo “in maniera formale e non solo a parole: il paradigma del sistema del rifiuto come materia prima comincia a pervadere anche le strutture economiche. E’ la vera soluzione. Bisogna dare valore al sistema”.
“Con il Recovery vogliamo costruire una visione – dice Costa – che ponga il sistema ambientale davanti, a trainare tutto il resto. Chiedo e ho chiesto, nella mia proposta, una forte spinta sull’impiantistica”; in particolare per il Centro e il Sud Italia che di impianti “ne sono poveri”. Un richiesta – spiega – che fa parte del pacchetto ‘economia circolare’ del Recovery plan: 4,5 miliardi, più un miliardo per il compostaggio di prossimità, cioè quello diffuso sul territorio. E’ così che secondo il ministro si “comincia a parlare di visione e di valore per cambiare il paradigma, e proiettare l’Italia verso una politica dell’economia circolare. Il prossimo step da superare è il Recovery plan e le risorse aggiuntive. Oggi ci dobbiamo credere tutti: politica, imprenditoria, tecnica. Stiamo combattendo tutti la stessa battaglia”.