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Smaltimento rifiuti elettronici: 5 regole per non sbagliare la differenziata

Dalle pile esauste alle vecchie lampadine: il consorzio nazionale per la gestione dei RAEE viene in aiuto delle famiglie italiane con una piccola e veloce guida sulla corretta gestione dei rifiuti tecnologici

smaltimento rifiuti elettronici
Credit: pikrepo.com

Il vademecum di Ecolight sullo smaltimento domestico dei rifiuti elettronici

(Rinnovabili.it) – Esiste una tipologia di rifiuto domestico che, spesso tende ad essere conservato piuttosto che buttato. Parliamo dei piccoli RAEE (R4- R5), rifiuti elettronici ed elettrici come lampadine, pile, vecchi cellulari, telecomandi o caricabatterie. Si tratta di vere e proprie “miniere da cassetto”, in grado di fornire materie prime seconde all’economia circolare italiana. L’abitudine a conservarli anziché disfarsene, ha reso questi apparecchi difficile da intercettare ai fini della differenziata. E nell’ultimo periodo, i blocchi imposti per contenere la pandemia di coronavirus, hanno reso il loro smaltimento ancora più difficile. 

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Allo stesso tempo il raggruppamento R4 è uno di quelli ad aver registrato gli incrementi più sensibili nel 2019, i termini di raccolta differenzia, in crescita di oltre il 15% rispetto al 2018. Una percentuale che mostra le grandi potenzialità di questo segmento. Non solo. Questi RAEE, se opportunamente trattati, sono riciclabili fino ad oltre il 95 per cento del loro peso.

Come smaltire i piccoli RAEE?

In Italia, in alternativa allo smaltimento presso ecocentri e isole ecologiche, i piccoli RAEE possono essere portati presso i grandi esserci commerciali. La norma Uno contro Zero prevede, infatti, che i negozi con una superficie di vendita di almeno 400 mq abbiano l’obbligo di ritirare gratuitamente i rifiuti elettronici ed elettrici. A patto che questi abbiano dimensioni non superiori ai 25 cm. Una possibilità che viene lasciata aperta ai punti vendita più piccoli e anche a chi vende online. Ovviamente la situazione attuale presenta delle limitazioni ma è possibile lo stesso fare attenzione e migliorare la gestione domestica dei rifiuti tecnologici.

“La quarantena per molti ha significato fare pulizie e piccoli lavori domestici”, spiega il direttore generale di Ecolight, Giancarlo Dezio. “Nel sistemare un cassetto o svuotare uno scatolone in cantina, spesso sono emerse vecchie apparecchiature elettroniche. Telefonini, frullatori, telecomandi e caricabatterie di ogni genere che erano stati messi ‘da parte’ in attesa di essere portati all’ecocentro, ma che poi sono finiti dimenticati”.

Per aiutare le famiglie nella gestione e smaltimento dei rifiuti elettronici ed elettrici, il consorzio Ecolight ha redatto un vademecum ad hoc.

  1. Raccogliere tutti i rifiuti elettronici in un unico contenitore. Nella scatola potranno essere messi: joystick, frullatori, mouse, tostapane, chiavette usb, telefonini e tablet con i loro caricabatterie e auricolari, router con gli alimentatori, casse bluetooth, ventilatori.
  2. Le lampadine a risparmio energetico, quelle a led e i neon non più funzionanti sono anche loro dei RAEE: occorre raccoglierle però in un’altra scatola.
  3. Rimuovere, quando possibile, le batterie dai dispositivi destinati alla discarica.
  4. Le batterie dovranno essere poste in un contenitore apposito, possibilmente in plastica o in metallo per evitare che eventuali sostanze inquinanti possano andare disperse.
  5. Conferire il tutto all’ecocentro comunale. Nella fase 2 i Comuni stanno riaprendo le piazzole ecologiche dove poter portare questo genere di rifiuti. Conferire negli appositi contenitori i RAEE appartenenti al raggruppamento R4, ovvero l’elettronica di consumo e i piccoli elettrodomestici; mettere nell’apposito contenitori quelli appartenenti al raggruppamento R5 (le sorgenti luminose); conferire le batterie e gli accumulatori in un terzo contenitore. Per informazioni sugli orari di apertura dell’ecocentro e sulle modalità di accesso, consultare il sito internet del proprio comune di residenza.