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Per Costa, ministro dell’Ambiente il faro sarà l’economia circolare

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Il ministro dell’Ambiente vuole puntare sull’economia circolare, definita il “nostro faro” e sulla raccolta differenziata e di qualità

(Rinnovabili.it) – E’ già a lavoro Sergio Costa, il neo ministro dell’Ambiente e Generale dell’Arma che ha guidato le indagini sui rifiuti tossici nella Terra dei Fuochi e che si insedierà al governo, emblematicamente, proprio oggi 5 giugno, Giornata Mondiale dell’Ambiente. “Azioni forti e efficaci per il clima sono in cima alla mia lista. Come la lotta alle ecomafie, la tutela del territorio, dei parchi e delle aree marine. Sono abituato a lavorare seriamente e continuerò a farlo”, così in una intervista sul quotidiano La Repubblica, il neo ministro dell’Ambiente definisce la sua road map.

Alla domanda su quale sarà la strategia messa in campo per ridurre la plastica, Costa ha mostrato la volontà di coinvolgere tutti i settori della società civile “scuole, comitati e gruppi di volontariato”, con l’obiettivo di ridurre drasticamente la produzione di plastica a lungo termine. Lo strumento principale sarà quello della “leva fiscale per diminuire il costo dei prodotti “senza plastica” e degli imballaggi più leggeri. L’obiettivo sarà rendere conveniente comprare e usare prodotti sostenibili”. Si è poi passati al tema caldo dei rifiuti e alla situazione che coinvolge il Sud da questo punto di vista. “Una cosa è certa, intendo affamare gli inceneritori”, ha dichiarato Costa, specificando di voler puntare sull’economia circolare, definita il “nostro faro”e sulla raccolta differenziata. Ricordiamo infatti che il Contratto di governo a firma Movimento Cinque Stelle e Lega prevede un capitolo Ambiente, green economy e rifiuti zero”. Tanti gli impegni presi e le tematiche da affrontare, poco chiare le ricette che saranno attuate per raggiungere gli ambiziosi obiettivi. Sul fronte Cnapi, la Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee a ospitare il deposito unico nucleare, rimasta in sospeso, Costa ha sottolineato la necessità di “iniziare subito il percorso per trovare una collocazione, anche per smantellare la criminalità che usa il territorio nazionale come discarica”. Insomma, conclude il ministro dell’Ambiente, “non sarebbe responsabile continuare a procrastinare la sua attuazione”.

 

In una intervista al quotidiano Corriere della SeraCosta ha invece raccontato il suo impegno nella Terra dei Fuochi, spiegando in cosa consistesse la tecnica investigativa che è stata alla base del reperimento di circa venti discariche di rifiuti tossici in due anni in quel territorio. “Noi non ci siamo basati sui collaboratori di giustizia, trovavamo le discariche partendo dalla costante dei campi magnetici della crosta terrestre”, ha spiegato Costa. Un impegno costante che, ha fatto sapere il ministro “è una battaglia che come uomo non vorrei abbandonare. Come ministro so che mi devo occupare di tante altre cose, però..”. Alla domanda sui componenti della futura squadra al ministero dell’Ambiente, Costa ha risposto “porterò persone di mia assoluta fiducia”.

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