Dalla Società internazionale per l’ecologia industriale un appello ai decisori ad ascoltare nuove proposte per disegnare politiche per l’economia circolare
Non serve solo l’efficienza o il riciclo nel costruire politiche per l’economia circolare. Meglio ripensare tutto il sistema
(Rinnovabili.it) – “Acoltate la scienza” è uno degli slogan che più sono stati ripetuti da ambientalisti e organizzazioni della società civile negli ultimi anni. Ora sono gli scienziati stessi a lanciare l’appello in riferimento alle politiche per l’economia circolare.
In un nuovo rapporto pubblicato dalla Società internazionale per l’ecologia industriale, infatti, la principale raccomandazione è proprio questa: governi e aziende che intendano perseguire l’economia circolare devono coinvolgere gli scienziati in modo più diretto.
Secondo Stefanie Hellweg, ex presidente della Società internazionale per l’ecologia industriale, “l’’ottimizzazione dei materiali e la riduzione al minimo dei rifiuti sono stati temi centrali nel campo dell’ecologia industriale sin dai primi anni ’90. Disponiamo di strumenti per modellare gli stock e i flussi di materiali, possiamo identificare le opportunità dell’uso di materiale di scarto da un settore a un altro, sosteniamo la progettazione incentrata sull’ambiente e possiamo fornire metodi per valutare gli impatti durante tutto il ciclo di vita dei prodotti”.
“Chiedeteci come fare”, sembra quindi dire il documento, che richiama l’attenzione sul peso delle competenze nel campo dell’ecologia industriale. Per la prima volta questi ricercatori, provenienti da Regno Unito, Unione Europea, Cina e Stati Uniti, hanno realizzato una guida che stabilisce principi cardine per i responsabili politici e l’industria. La guida mira a far sì che le politiche per l’economia circolare non finiscano in operazioni di greenwashing.
Una delle prime pratiche da adottare come dogma dovrebbe essere una reale valutazione del ciclo di vita dei prodotti. Significa che deve includere tutti gli impatti, dall’estrazione delle materie prime alla gestione del fine vita. Solo fare i conti in modo onesto garantirebbe di progettare risposte che evitino di spostare i problemi altrove.
Il gruppo chiede poi ai responsabili politici e all’industria di progettare sistemi più efficienti e duraturi, piuttosto che cercare di modificare quelli attuali per ridurre gli impatti. Un esempio sono le auto elettriche: per alcuni rappresentano la soluzione all’inquinamento da combustibili fossili, ma rafforzano il problema della quantità di auto su strada. Sarebbe meglio invece ridurle a favore di un trasporto pubblico meglio progettato.