Migliorare qualità, durabilità e riciclabilità è l’imperativo per accelerare verso un tessile circolare
(Rinnovabili.it) – Spianare la strada all’industria tessile per aiutarla a diventare più circolare. È l’obiettivo dell’iniziativa quadriennale Cisutac, acronimo di Circular and Sustainable Textile and Clothing. Un progetto europeo da 10 milioni di euro che si propone di rimuovere gli attuali colli di bottiglia e sviluppare nuove catene del valore europee su larga scala, per un settore tessile circolare e integrato.
Lanciato lo scorso settembre, il progetto è guidato da Centexbel, un centro di ricerca belga per tessuti e materie plastiche. Il centro coordina il progetto, sviluppa casi pilota e supporta le valutazioni del ciclo di vita. La piattaforma di ricerca Textile ETP si occupa della invece condivisione delle informazioni e dei risultati. I 27 partner sono di prima grandezza: includono aziende come Decathlon, ma anche associazioni tessili come Euratex o il produttore di fibre Lenzing.
Lungo i prossimi quattro anni, la cordata cercherà metodi per aumentare le capacità di riutilizzo, riparazione e riciclo dei vestiti scartati.
Quali sono i colli di bottiglia da affrontare? La qualità, la durabilità e la riciclabilità, che spesso non sono prioritarie nella produzione di abbigliamento, mentre l’industria ha bisogno di tutte e tre per raggiungere gli obiettivi ambientali e climatici dell’Unione Europea.
Il consorzio proverà a venirne a capo con tre progetti pilota: il primo mira a conservare il valore degli articoli tessili, soprattutto per il riuso. Il secondo riguarda la prevenzione degli errori durante la cernita dei tessuti per il riciclo, ad esempio l’aggiunta di materiali non riciclabili. L’ultimo tenta di ridurre il lavoro manuale e il livello di competenza del personale richiesto per lo smistamento, lo smantellamento e la riparazione. I primi risultati per i piloti sono attesi per la fine del 2023, dopodiché saranno trasformati in prototipi su scala più ampia. Gli sviluppi non dovrebbero essere adottati dall’industria entro i prossimi due anni.