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Etichettatura ambientale: sempre più informazioni sul packaging

Crescono le referenze a scaffale che presentano un’etichettatura ambientale. Gelati e surgelati primi in classifica

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I nuovi dati sull’etichettatura ambientale del rapporto IdentiPack

(Rinnovabili.it) – Crescono le informazioni ambientali in etichetta, nella speranza che spingano i consumi verso una maggiore sostenibilità. Questo almeno è il trend che emerge dal nuovo rapporto IdentiPack, realizzato dall’omonimo osservatorio nazionale sull’etichettatura ambientale gestito da Conai e GS1 Italy.

I numeri raccolti nel dossier dicono che su oltre 59 mila referenze compaiono già le indicazioni sulla tipologia di imballaggio e sul corretto conferimento in raccolta differenziata. Il documento evidenzia come queste informazioni siano obbligatorie da gennaio scorso, quindi sottolinea la rapidità di adeguamento da parte dei produttori. Nel 2022, infatti, già il 44,8% di tutti i prodotti grocery a scaffale aveva ottemperato alla normativa prima che diventasse obbligatoria (+3,2 punti % rispetto al 2021), pari al 66,7% di quelli effettivamente venduti (+2,4 punti % rispetto al 2021).

L’osservatorio aggiorna i dati ogni sei mesi e rispetto all’ultima rilevazione dichiara che su 34.031 imballaggi a scaffale è già presente la codifica identificativa del materiale di cui sono fatti. Si tratta del 25,6% del totale nel grocery (+4,2 punti % rispetto al 2021) e al 43,7% del totale dei prodotti venduti (+4,1 punti % rispetto al 2021).

Invece sono 4.691 i prodotti a scaffale la cui etichetta permette di visionare digitalmente le informazioni ambientali sul packaging. Ancora una minoranza e con una crescita più lenta (lo 0,2%).

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Tra i settori merceologici, sono gelati e surgelati a farla da padroni. La maggioranza riporta in etichetta la codifica identificativa del materiale, oltre alle indicazioni sulla tipologia di imballaggio e sul corretto conferimento in raccolta differenziata. Non mancano anche molte certificazioni sulla compostabilità e suggerimenti per migliorare la raccolta a casa.

«Queste cifre e questi risultati sono anche il frutto di un percorso che CONAI ha portato avanti dalla fine del 2020 con il Ministero dell’ambiente e con le aziende italiane, creando Linee guida dedicate proprio all’etichettatura – commenta Luca Ruini, presidente CONAI – I numeri di IdentiPack, infatti, sono anche una conferma di quanto corrette indicazioni per la raccolta differenziata siano importanti: permettono all’industria del riciclo di dare nuova vita a quantitativi sempre maggiori di materiali da imballaggio, risorse prodotte dalle nostre città che sono ormai autentiche miniere metropolitane».