Oltre 245mila tonnellate di PFU recuperate nel 2016 dalla società che oggi punta ad un preciso obiettivo: il 100% di recupero materia
(Rinnovabili.it) – Ben 245mila tonnellate di pneumatici fuori uso recuperati, oltre 120 milioni di euro risparmiati in importazioni di materie prime, 63 milioni di euro di valore economico distribuito ogni anno alla filiera industriale, 700 posti lavori. I numeri dell’economia circolare dei PFU parlano da soli. Eppure costituiscono solo la punta dell’iceberg dell’intero potenziale sfruttabile. Lo conferma nei fatti l’attività di Ecopneus, a cui appartengono i numeri sopracitati e che oggi, gestisce mediamente 250 mila tonnellate di PFU l’anno, con il 56% di recupero di materia effettivo.
La società da sette anni lavora in Italia per il rintracciamento, la raccolta, il trattamento di copertoni e gomme a fine vita. Sette anni in cui ha recuperato ben 1.400.000 tonnellate di pneumatici, un quantitativo che basterebbe per coprire più di due volte la circonferenza terrestre. Ma premendo l’acceleratore sul riciclo, i benefici ottenibili sia sul piano ambientale, che su quello prettamente economico, potrebbero essere ancora maggiori.
E nel convegno organizzato oggi a Roma da Ecopneus si sono puntati i riflettori proprio su questo tema: quanto può valere davvero l’economia circolare dei PFU? Lo studio commissionato dalla società alla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, quantifica questi vantaggi. E lo fa onestamente, mettendo a confronto due scenari alternativi per la gestione delle 400.000 tonnellate di PFU stimate generate ogni anno sul territorio nazionale: uno indirizzato al 100% riciclo e l’altro al 100% recupero energetico.
Dall’analisi, il recupero della materia ne esce vincente. Nello scenario Full Recycling infatti si potrebbero evitare emissioni di gas serra in un anno per 885 mila tCO2eq. Vale a dire 477 mila in più rispetto allo scenario Full Energy Recovery. Non solo. Nel primo caso si otterrebbero circa 400 milioni di euro di valore aggiunto e oltre 6.000 unità di lavoro dirette, indirette e indotte, contro i 30 milioni di valore aggiunto e poco meno di 500 unità di lavoro per lo scenario 100% recupero energetico”.
“Lo studio – afferma Andrea Barbabella, responsabile dello studio per la Fondazione rivela come il principale beneficio in termini economici e occupazionali del recupero dei PFU risieda in primo luogo nel risparmio sulla spesa corrente associato alle importazioni di materie prime evitate, che renderebbe disponibili risorse economiche per nuovi investimenti a scala nazionale e, a seguire, aumenterebbe redditi e consumi interni consentendo un ingente vantaggio ‘di sistema’ per il Paese”.
Mettendo nel conto anche i benefici sanitari, la vittoria del riciclo appare schiacciante: “719 anni di vita preservati grazie alle emissioni evitate di sostanze nocive e cancerogene”.
In occasione della presentazione del Report di Ecopneus, è stato dedicato un focus sulla Terra dei Fuochi, dove sono state raccolte oltre 16mila tonnellate nell’ambito del Protocollo speciale col Ministero dell’Ambiente e dove sorgerà, nel quartiere di Scampia a chiusura del cerchio del recupero dei pneumatici abbandonati nelle province di Napoli e Caserta, un campo di calcio regolamentare realizzato con i granuli di gomma riciclata da PFU. Segno della volontà di combattere il degrado dell’abbandono e dei roghi illegali, dando un nuovo futuro a materiali che erano rifiuti, e nuove opportunità ai giovani che di quella Terra sono il futuro.