Articolo pubbliredazionale
Da 3 anni, l’Italia è campione europeo di economia circolare
(Rinnovabili.it) – La pagella dell’Italia sull’economia circolare è piena di bei voti. Nel panorama europeo, per tasso di circolarità il Belpaese è piazzato davanti a Francia, Germania e Spagna e nel 2021 ha conquistato il primo posto per il terzo anno di fila, rilevava un rapporto di Circular Economy Network pubblicato a marzo. Un risultato raggiunto soprattutto grazie a misure di sostegno alle imprese, per stimolarne la conversione circolare. Un tassello dopo l’altro, queste misure e interventi mirano a costruire un ecosistema in grado di cambiare il paradigma in direzione di un’economia rigenerativa.
Verso nuovi obiettivi circolari
In questo percorso l’Italia sta cambiando marcia. All’inizio di ottobre il Ministero per la Transizione Ecologica ha finalmente pubblicato le linee guida per aggiornare la strategia nazionale sull’economia circolare datata 2017. Un passo necessario per restare campioni di circular economy e per non sprecare l’opportunità della ripresa post-Covid.
Necessario anche per valorizzare tutte le potenzialità dello sviluppo tecnologico che, oggi, consente di chiudere il cerchio in nuovi settori produttivi e di generare catene di valore più efficienti e capaci di colmare i gap di circolarità. Tanto più che i nuovi obiettivi europei del ‘Pacchetto economia circolare’ recepiti a settembre 2020 e del Piano europeo di azione per l’economia circolare approvato due mesi più tardi costringono l’Italia ad accelerare il passo.
Il supporto alle imprese, chiave di volta della transizione circolare
Anche il supporto alle imprese per la transizione alla circular economy è un capitolo a cui il MiTE dovrà metter mano. Il come resta tutto o in gran parte da decidere. Nelle linee guida della strategia, per il momento, sono indicati solo alcuni spunti. Si va dagli incentivi fiscali per sostenere le attività di riciclo e l’utilizzo di materie prime secondarie, alla revisione del sistema di tassazione ambientale dei rifiuti, che ha lo scopo di rendere il riciclo più conveniente della messa in discarica, al sostegno ai progetti di simbiosi industriale attraverso strumenti normativi e finanziari.
Interventi che si inseriranno in un quadro dominato principalmente, ad oggi, da due nuclei di misure. Da un lato quelle che si incardinano nel piano Transizione 4.0 e agevolano gli investimenti finalizzati alla circular economy. Dall’altro lato, gli interventi previsti dal Ministero per lo Sviluppo Economico tramite il Fondo per la crescita sostenibile, che eroga finanziamenti agevolati per l’innovazione e la competitività del sistema produttivo, incluso per ricerca e sviluppo.
L’impegno di Intesa Sanpaolo per l’economia circolare
Alla costruzione dell’ecosistema nazionale della circular economy contribuiscono anche le parti più dinamiche del tessuto economico. Un impegno, quello per il supporto finanziario per gli investimenti a sostegno del ridisegno del sistema industriale, che il gruppo Intesa Sanpaolo ha integrato nel suo piano industriale come pilastro strategico.
Per questo scopo è attivo l’Intesa Sanpaolo Innovation Center, la società del gruppo che supervisiona tutte le attività portate avanti nell’ambito dell’economia circolare. A cui si affianca la partnership strategica con la Fondazione Ellen MacArthur, principale promotore della transizione globale verso la circular economy. E ancora: il Circular Economy Lab, iniziativa di innovazione nata nel 2018 da una collaborazione con Fondazione Cariplo rinnovata a luglio 2020, con cui il gruppo torinese supporta la torsione verso la circolarità del sistema economico italiano e aiuta a diffondere i nuovi modelli di business circolari.
Un plafond da 6 miliardi
Negli ultimi 4 anni, Intesa Sanpaolo ha messo a disposizione delle imprese che abbracciano la circular economy in modo innovativo un plafond di credito di 5 miliardi di euro. Nel 2020, dopo l’acquisizione di UBI, la somma è lievitata ancora di 1 miliardo ed è stata estesa anche ad alcune sue controllate estere. In tutto, a fine 2020, i fondi erogati hanno toccato i 2,2 miliardi. Iniziativa che ha ricevuto anche il premio ABI per l’innovazione nei servizi bancari per la categoria innovazione nella finanza sostenibile e il Premio Nazionale per l’Innovazione – Premio dei Premi.
Due gli ambiti di intervento che beneficiano di una quota dedicata del plafond. Al primo accedono le imprese che vogliono investire in progetti nell’ambito della produzione di energia rinnovabile, dell’efficienza energetica e dell’agricoltura sostenibile e biodiversità. Tra le iniziative che hanno ricevuto luce verde e finanziamenti, la sostituzione di materiali tradizionali con altri da fonte riciclata o biologica, il recupero degli scarti organici urbani per produzione di biometano, con produzione di compost e recupero di CO2, la produzione di tessuti compostabili colorati con tinture realizzate da scarti agricoli. Del secondo, invece, si avvalgono i clienti del gruppo tramite appositi mutui per l’acquisto di una nuova casa ad alta efficienza energetica, pari o superiore almeno alla B, o per la riqualificazione della casa che apporti un miglioramento della classe energetica.
Oltre all’accesso al credito, il sostegno di Intesa Sanpaolo per la circular economy si dirama a 360 gradi attraverso altre iniziative. Come quelle di formazione e sensibilizzazione, pensate sia per i dipendenti del gruppo, sia per gli studenti e i cittadini in generale. Oppure il coaching per le start up più innovative, con cui le prepara al mercato e le mette in contatto con altri attori dell’ecosistema dell’innovazione. O ancora la valutazione delle imprese lungo la loro value chain, attività sperimentale che sta testando uno strumento di misurazione del livello di circolarità, il Circular Economy Standard.