Rinnovabili

L’economia circolare, pilastro della transizione energetica

economia circolare
Image by Nicolas_Meletiou from Pixabay

L’Italia è leader europeo dell’economia circolare e dell’uso efficiente delle risorse. Nel 2021 il nostro Paese ha avviato a riciclo quasi l’80% di tutti i rifiuti prodotti, sia urbani che speciali, contro il 56% della Francia, il 43% della Germania, e il 39% della Spagna (la media Ue è ferma al 38%)

Un’ottima notizia, anche perché l’economia circolare è un tassello importante di quella transizione energetica su cui punta l’Europa.

La transizione energetica si costruisce sull’economia circolare

Spesso economia circolare e transizione energetica sono considerate due cose distinte. In realtà, invece, sono strettamente legate tra loro perché sono due vie che contribuiscono a rendere sostenibili le attività economiche. La sostenibilità, oggi, è considerata l’unica strada percorribile per avere uno sviluppo duraturo con ricadute positive sulla società e sull’ambiente.

«L’economia circolare costituisce da tempo uno dei pilastri sui quali l’Europa ha deciso di costruire la sua politica per la transizione energetica. I recenti eventi che hanno sconvolto i mercati dell’energia e delle commodities hanno ulteriormente accentuato l’impegno per il recupero e la valorizzazione dei residui e più in generale dei rifiuti.

L’Italia, tradizionalmente dipendente dalle importazioni di energia e di materie prime, è stata sempre costretta a fare di necessità virtù e ha saputo acquisire una posizione d’avanguardia in questo campo.

Leggi anche I futuri plausibili dell’economia circolare si costruiscono nelle Università

I consorzi come CONOU sono uno degli esempi virtuosi di questa attitudine che coordina l’impegno dell’industria, dei consumatori, delle istituzioni. E devono costituire un fattore d’impulso e riferimento per il percorso che occorre ancora fare per una gestione efficace dei rifiuti», ha affermato Carlo Di Primo, vice presidente AIEE.

Esperienze a confronto

Il CONOU (Consorzio Nazionale Oli Usati) e l’AIEE (Associazione Italiana Economisti dell’Energia) hanno promosso il convegno “Il ruolo dell’economia circolare nella politica energetica europea” a cui hanno partecipato altri importanti consorzi: RICREA, CoReVe, ERION ed Ecopneus.

In questa sede, accademici, economisti, istituzioni e rappresentanti di alcuni dei principali consorzi ambientali nazionali hanno testimoniato l’impatto benefico delle loro attività, confermando quanto il modello di economia circolare sia fondamentale per affrontare il percorso di transizione energetica e per svolgere un’efficace azione di contrasto alla crisi climatica.

Nel corso dell’incontro sono stati evidenziati gli interventi strategici da realizzare per contenere il fabbisogno di energia: ridurre la dispersione dei rifiuti, migliorare la capacità di recupero e riciclo di materia e accrescere la sostenibilità dei prodotti.

I Consorzi, esempi virtuosi di sostenibilità

Tutti i Consorzi presenti al convegno sono esempi virtuosi di economia circolare realizzata. La gestione efficace ed efficiente dei rifiuti contribuisce anche a ridurre l’uso di materie prime energetiche fossili con un duplice effetto positivo: mitigazione del riscaldamento globale e riduzione della dipendenza energetica del nostro Paese.

Leggi anche Con l’economia circolare anche i rifiuti spaziali possono diventare risorse 

«L’economia circolare amplia la visione su ciò che serve per rendere concreta e sufficientemente rapida la transizione energetica.

Una prospettiva che non può basarsi solo su interventi di “sostituzione tecnologica” pure indispensabili: deve investire anche i comportamenti economici e gli stili di consumo. In questo senso il passaggio dal modello economico lineare a quello circolare è uno snodo fondamentale anche in termini culturali.

Se guardiamo al caso del CONOU, che rigenera pressoché la totalità dell’olio usato raccolto in Italia abbattendo inquinamento e alleggerendo il peso della nostra bolletta energetica, la strada da seguire appare chiara», ha dichiarato Riccardo Piunti, presidente CONOU.

L’economia circolare in cifre

Vediamo ora in dettaglio alcuni dati che confermano i benefici del lavoro svolto dai Consorzi.

Il CONOU è un’eccellenza non solo italiana ma anche europea che contribuisce sensibilmente alla sostenibilità economica: ogni anno assicura un risparmio per la bolletta energetica nazionale pari a circa 1,5 milioni di barili di petrolio.

In particolare, nel 2021 ha raccolto 186mila tonnellate di olio usato in circa 110mila siti diversi, avviandone a rigenerazione oltre il 98% e consentendo così la produzione da un rifiuto pericoloso di lubrificanti (nonché bitumi e gasolio), con un risparmio sulle importazioni di petrolio di oltre 80 milioni di euro ed evitando l’emissione di circa 90mila tonnellate di CO2 equivalente.

Nel 2021 RICREA (Consorzio Nazionale Riciclo e Recupero imballaggi acciaio) ha avviato a riciclo 390mila tonnellate di rifiuti di imballaggio in acciaio, evitando l’emissione di 538mila tonnellate di CO2eq, pari alle emissioni generate da 300mila autovetture con percorrenza media di 10mila chilometri.

Leggi anche Aperte le candidature per Circolar South, il premio per l’economia circolare

CoReVe, il Consorzio per il riciclo del vetro, sempre nel 2021 ha recuperato 2.182.858 tonnellate di vetro. Questo ha permesso di risparmiare 412 milioni di metri cubi di gas e 3,9 milioni di tonnellate di materie prime, e di evitare l’emissione di 2,4 milioni di tonnellate di CO2eq.

ERION raggruppa i principali Consorzi per la raccolta e il riciclo dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE). Nel 2022 ha gestito il recupero di 246.964 tonnellate di rifiuti RAEE, facendo risparmiare oltre 375 milioni di kWh ed evitando emissioni per 1,7 milioni di tonnellate di CO2eq. Dai rifiuti recuperati sono state ricavate 135.841 tonnellate di ferro, 32.775 tonnellate di plastica, 5.766 tonnellate di rame e 5.357 tonnellate di alluminio.

Ecopneus (Consorzio per la raccolta e il riciclo di pneumatici) nel 2022 ha recuperato 231.727 tonnellate di pneumatici fuori uso (PFU), per un risparmio di 282.000 tonnellate di risorse naturali e minori emissioni di CO2eq pari a 310.000 tonnellate.

Exit mobile version