Rinnovabili • Economia circolare in edilizia Rinnovabili • Economia circolare in edilizia

Economia circolare in edilizia, può portare l’Europa alla neutralità climatica

Secondo un briefing dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, un’ottica orientata all’economia circolare nell’edilizia potrebbe ridurre nettamente la CO2 del settore , aiutando l’Unione Europea a raggiungere le zero emissioni nette al 2050

Economia circolare in edilizia
via depositphotos.com

(Rinnovabili.it) – Secondo un briefing dell’Agenzia Europea dell’Ambiente, un’ottica orientata all’economia circolare nell’edilizia potrebbe ridurre nettamente le emissioni di gas a effetto serra del settore, aiutando l’Unione Europea a raggiungere la neutralità climatica.

In generale una parte importante della politica climatica e ambientale dell’Europa dovrebbe essere dedicata all’edilizia, comparto che oggi consuma ingenti risorse materiali e grandi quantità di energia. Gli edifici hanno di per sé una buona quota di emissioni “incorporate”: sono quelle derivate dall’estrazione delle materie prime e dalla loro trasformazione in materiale da costruzione. Questo tipo di emissioni rappresenta da solo quasi il 25% di quelle del ciclo di vita dell’intero patrimonio edilizio comunitario. 

Nello studio dell’AEA si mettono in relazione proprio il settore edilizio e l’economia circolare, incontro che, secondo l’Agenzia, potrebbe recare numerosi benefici all’ondata di rinnovamento che sta già investendo l’Europa. Adottare principi circolari vorrebbe dire in questo caso allungare il più possibile la vita dei materiali e dei prodotti già in uso attraverso il riutilizzo o il riciclo, combattendo così gli sprechi e abbattendo la quota di rifiuti. 

Bisognerebbe dunque, secondo l’AEA, evitare di utilizzare nuovi materiali, estendere la vita degli edifici già esistenti attraverso riammodernamenti e riparazioni, conservando la demolizione come sola extrema ratio. Anche la compartimentazione degli edifici può essere investita da quest’ottica se si lavorasse, ad esempio, a rendere gli spazi multifunzionali e a fare un più efficiente utilizzo delle costruzioni. Con questi pochi principi, tutti assolutamente inseriti nell’ottica dell’economia circolare, sarebbe ridotta la domanda di nuove costruzioni, e con essa le conseguenti emissioni che ne deriverebbero. 

Anche nella ristrutturazione edilizia è possibile introdurre i principi dell’economia circolare, utilizzando materiali riciclati o progettati già per essere smontati. Secondo i calcoli dell’AEA in questo modo si risparmierebbero circa 650 milioni di tonnellate di nuovi materiali e notevoli quantità di CO2. 

Proprio alla luce di queste valutazioni la Commissione Europea sta già elaborando una road map per portare l’Unione ad abbassare le emissioni di carbonio per tutti i propri edifici. La Commissione sta affrontando il tema con diversi provvedimenti, in particolare anche nelle proposte di revisione del regolamento sui prodotti da costruzione, e nella direttiva sul rendimento energetico dell’edilizia.